Finte reperibilità nell'ospedale di Sora, chiusa l'inchiesta per cinque tecnici radiologi

Gli accertamenti della guardia di finanza avviati già nel 2021

Finte reperibilità nell'ospedale di Sora, chiusa l'inchiesta per cinque tecnici radiologi
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 19 Agosto 2023, 08:39

Mentre la Asl ha inviato nuove lettere di contestazione ai tecnici di radiologia coinvolti nello scandalo degli straordinari "arrotondati" con servizi di reperibilità non svolti, c'è un primo punto fermo messo dagli investigatori. È la notifica di cinque avvisi di chiusa indagine per altrettanti tecnici che sono stati individuati nella prima fase di questa vicenda, nell'estate del 2021. Nel corso degli accertamenti della Guardia di Finanza di Sora, con il coordinamento della Procura di Cassino, è stato attestato che qualcosa nella gestione delle pronte disponibilità non era regolare. Alla ripresa dell'attività potranno essere ascoltati gli indagati o inviare loro memorie, quindi si deciderà per la richiesta o meno di rinvio a giudizio. L'ipotesi di reato che viene contestata è truffa.

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IL SISTEMA

Quello che inizialmente riguardava l'ospedale di Sora, a seguito di ulteriori approfondimenti dell'azienda sanitaria e di successivi precisi esposti, è un vero e proprio sistema che ha goduto della compiacenza di chi firmava gli straordinari senza colpo fierire. Come funzionava? Il tecnico X era in reperibilità e questo, per contratto, prevede che si resti a disposizione in cambio di una cifra riconosciuta in busta paga. Lo stesso tecnico, però, veniva chiamato in servizio e qui scattava il pagamento dello straordinario. Che va limitato al tempo di lavoro effettivamente prestato. È "giocando" sulla durata degli interventi o addirittura inventandoli di sana pianta alla Asl hanno scoperto che in alcuni casi non sono stati svolti accertamenti diagnostici ma il personale era stato comunque richiamato in servizio si otteneva un riconoscimento economico maggiore.

I REFERTI

In caso di accertamento diagnostico strumentale viene preso in carico il paziente e risulta l'ora di ingresso per lo svolgimento di una lastra rx o di una tac o risonanza magnetica. C'è anche quella di fine, indicata nel referto firmato dal medico. Soprattutto ci sono macchinari che registrano quando è iniziato e quando è terminato l'esame richiesto. Cose alle quale, chi ha messo in piedi un sistema che forse andava avanti da anni, non ha badato. La Asl non a caso sta svolgendo accertamenti sull'ultimo quinquennio e nel frattempo dagli iniziali casi di Sora se ne registrano di nuovi ad Alatri e Frosinone.

L'INCHIESTA

A Cassino è stato compiuto un primo passo rispetto alle scoperte fatte nel 2021, ma l'impressione è che ai cinque indagati raggiunti dall'avviso di conclusione indagini presto possano aggiungersene altri. La Asl, infatti, oltre a contestare ai dipendenti ritenuti infedeli il comportamento tenuto e a chiedere indietro le somme attraverso incarichi legali specifici ha nuovamente segnalato le anomalie alle procure di competenza. Finora nessuno degli indagati o delle persone coinvolte è uscito ufficialmente allo scoperto, ma negli ambienti della Asl si apprendono fondamentalmente due cose. La prima che il metodo utilizzato era noto da tempo, cosa che non giustifica che venisse utilizzato, la seconda che ci sarebbero delle autorizzazioni a svolgere attività oltre l'orario della chiamata in "reperibilità" concesse dai vertici dei servizi e ignorate dall'azienda al momento delle contestazioni. Una storia che promette di non finire qui.
 

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