Omicidio di Serena - "hanno arrestato lo str…. di Arce".
Belli racconta la sua verità al processo Mollicone

Omicidio di Serena - "hanno arrestato lo str…. di Arce". Belli racconta la sua verità al processo Mollicone
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 19 Giugno 2021, 09:56

Hanno arrestato lo str…. di Arce, che non si sapeva difende. E che per prendersi la licenza media ha portato l’agnello al professore”.  Sono le parole, sicuramente forti e sopra le righe ma ricche di significato, di una persona amareggiata, segnata indelebilmente dalla vicenda giudiziaria che lo ha visto finire in carcere per 17 mesi in isolamento, da innocente. Carmine Belli ha reso la sua testimonianza nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la sua è stata un’apparizione processuale dal forte connotato umano. Il carrozziere dipinto, ingiustamente, come il mostro di Arce, ha confermato, su tutta la linea, le dichiarazioni rese durante le ultime indagini al pm e ai carabinieri. Su tutte la presenza di Serena, la mattina del primo giugno 2001, a Fontana Liri nei pressi del bar Della Valle. La storia di Carmine Belli assolto in tutti i gradi di giudizio si è intrecciata con il nuovo processo per il giallo di Arce a carico di Franco Mottola, Anna Maria Mottola, Marco Mottola, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Una testimonianza fiume nella quale ha ripercorso i diversi momenti investigativi che lo hanno visto protagonista prima come teste, interrogato per 18 volte in meno di un anno, e poi come imputato.

L'ULTIMO AVVISTAMENTO DI SERENA 

Rispondendo alle domande del pubblico ministero Beatrice Siravo (la quale gli ha ricordato più volte che è innocente e non può più essere ritenuto responsabile di nulla rispetto al caso Mollicone), dopo un iniziale tentennamento ha collocato Serena, la mattina del primo giugno dinanzi al bar Della Valle a Fontana Liri. “Belli stia tranquillo”, gli ha detto il pm. Lui ha ribattuto: “Anche allora mi dicevano la stessa cosa. Ho paura, anche ora”. Poi ha raccontato la sua versione. “Ero in auto assieme a Pier Paolo Tomaselli, il quale collaborava con me, per andare a comprare la vernice perché dovevamo sistemare un’auto, nei pressi del bar a Chioppetelle ho visto Serena che veniva strattonata da un ragazzo. Saranno stati 10, 15 secondi, ma l’immagine mi è rimasta in mente. Erano alla fermata dell’autobus. La ragazza piangeva, l’ho sentito chiaramente perché erano a un paio di metri dalla strada, mentre quel ragazzo la tirava verso di sé dalla strada verso il marciapiede”. Gli è stato chiesto poi se conosceva quel ragazzo. “No, aveva i capelli a spazzoletta mesciati”.  Altra domanda: poteva essere Marco Mattola: “Non conoscevo Marco Mottola, l’ho visto qualche tempo dopo in una trasmissione che trasmetteva il funerala di Serena”, ha risposto Carmine Belli. Belli dal luglio 2002 fino al 6 febbraio 2003 (quando è stato arrestato), è stato ascoltato 18 volte. Tutte, ieri sono state ripercorse. “Il mio avvistamento di Serena risale al primo giugno tra le 9.45 e le 10. Tutto quello che ho detto in precedenza non so perché l’ho detto, ero frastornato. Ad ogni interrogatorio avevo un solo un obiettivo, volevo andare via prima possibile”, ha aggiunto Belli.

LA DIFESA MOTTOLA 

Le difese della famiglia Mottola, con l’avvocato Mauro Marsella hanno, però, contestato la ricostruzione, mettendo in risalto il fatto che Belli indicò in una donna la persona presente a Chioppetelle insieme a Serena. “Mi sono sbagliato, era Serena insieme a un ragazzo”, ha risposto Belli. Il carrozziere di Arce ha poi confermato di essere andato in Caserma il 2 giugno 2001 per riferire di aver visto la mattinata precedente Serena a Chioppetelle. “Parlai con il maresciallo Mottola”, ha aggiunto Belli. La procura contesta a Mottola di non aver verbalizzato per depistare le indagini, proprio per questo l’avvocato Piergiorgio Di Giuseppe, del pool difesa Mottola, ha rivolto una serie di domande sulla conduzione delle indagini. “Chi ha eseguito a suo carico le perquisizioni?”, ha chiesto l’avvocato Di Giuseppe a Belli. “Solo la prima i carabinieri, poi sempre la polizia”, ha risposto il teste Belli.

L'INCONTRO CON IL BRIGADIERE TUZI 

C’è stato infine lo spaccato legato alle scuse che gli sarebbero state fatte dal brigadiere Tuzi. “Il giorno della mia assoluzione, nel pomeriggio fui scarcerato. Tornai ad Arce e davanti a casa dei miei genitori, trovai il brigadiere Santino Tuzi. Abbracciandomi mi chiese scusa. Non mi disse perché, oggi capisco tante cose”, ha detto Tuzi.

IL CONFRONTO IN AULA 

È stato ascoltato, sempre ieri, anche Pier Paolo Tomaselli.

Il quale al contrario di Belli ha ricondotto, come già fatto in passato, il passaggio a Chioppetelle il 31 maggio 2001 e non il primo giugno 2001. Il presidente della Corte d’Assise Capurso ha invitato Belli e Tomaselli a un breve confronti. Ad entrambe è stata rivolta la domanda sull’avvistamento di Serena, o meglio il passaggio in auto insieme a Chioppetelle, Belli ha confermato il primo giugno e Tomaselli il 31 maggio.

PROSSIMA TAPPA DEL PROCESSO 

Il processo riprenderà il prossimo 2 luglio, quando verranno ascoltati cinque testi. Gli ultimi due del primo troncone investigativo, su tutti Simonetta Bianchi la procura la ritiene un testimone chiave. La donna verrà escussa sull’avvistamento, la mattina del primo giugno presso il bar Della Valle a Fontana Liri, di Serena Mollicone. Ma soprattutto sull’incontro-confronto dell’11 settembre 2001 con il maresciallo Mottola e quello con Marco Mottola nel luglio 2002. Ma anche Mario Dell’Oro. Poi si parte con testi che dovranno riferire sui rapporti tra Serena Mollicone e Marco Mottola.

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