Sono le 19.08 quando parte il lungo applauso della platea, composta per larga parte da sindaci. In molti con la fascia tricolore, altri no. Lui, il presidente uscente della Provincia, Antonio Pompeo, ha appena finito il suo discorso di commiato. È commosso e non lo nasconde. Tra pochi giorni lascerà la guida dell’ente sovracomunale dopo otto anni di mandato.
Un saluto intriso di commozione quello che ha rivolto in occasione di una giornata storica: il 96esimo anniversario della nascita della Provincia di Frosinone. È stata istituita aggregando due territori: la Ciociaria, appartenuta per secoli allo Stato della Chiesa, e la Terra di Lavoro, che, prima dell’Unità d’Italia, ricadeva nel Regno delle Due Sicilie.
L’INTERVENTO
In un salone gremito, Pompeo ha preso la parola. «Sono onorato di questa grande partecipazione, un segnale di vicinanza da parte di tutta la comunità - ha spiegato -. In questi anni abbiamo lavorato per costruire un nuovo modello di amministrazione e per affiancare i Comuni». Pompeo ha da poco appreso una notizia e, da convinto sostenitore della riforma tesa a restituire all’ente le funzioni e le competenze di un tempo, l’ha condivisa con i presenti: «Poco fa è approdato nella commissione parlamentare il disegno di legge per ripristinare l’elezione diretta degli amministratori provinciali. È un grande risultato, una vera soddisfazione».
Per l’occasione è stato anche presentato un volume sulle dimore storiche dal titolo “Dentro la storia - I palazzi della Ciociaria”. A scrivere la prefazione è stato il poeta e scrittore Gerardo Vacana. Era seduto al fianco di Pompeo: «Per me è stato un privilegio» ha spiegato il fondatore del premio Val di Comino. A illustrare il lavoro, in cui sono contenuti cenni storici, immagini e aneddoti, è stato Cesare Pigliacelli (autore e curatore) insieme a Pio Roffi e a Lorenzo Arnone Sipari, proprietari di due dei numerosi palazzi inseriti nella raccolta.
Poi il presidente uscente ha ripercorso l’attività svolta, evidenziando i traguardi raggiunti: «È stato un viaggio straordinario, non certo privo di ostacoli e con difficoltà sin dai nastri di partenza: una legge che mi avrebbe voluto relegare al ruolo di commissario liquidatore di un ente apparentemente destinato allo svuotamento e di lì alla cancellazione. Non l’ho mai accettato, ma, al contrario, ho perseguito quello che per me è stato un obiettivo irrinunciabile: rendere la Provincia “Casa dei Comuni”, punto di riferimento e di raccordo tra le realtà comunali, istituzione strategica e centrale per la crescita e lo sviluppo. Oggi voglio ringraziare tutti coloro che hanno camminato al mio fianco. Il mio abbraccio virtuale, invece, è per tutta la straordinaria comunità della provincia: 91 comuni che costituiscono un patrimonio di inestimabile valore».
Poi ha aggiunto: «Lascio una Provincia con 300 milioni di investimenti programmati. Certo, lascio con commozione e anche con dispiacere. Sono stato fortunato a servire questa terra, l’ho fatto con grande impegno e non ho rimpianti. Ora è tempo di guardare avanti». E per Pompeo significa concentrarsi sulle elezioni regionali: sarà candidato.
In chiusura si è rivolto ai tre aspiranti alla presidenza di piazza Gramsci: «Il mio successore non interrompa questo percorso di sacrificio e di rilancio».