Due gruppi, uno coinvolto nello spaccio di droga e l'altro in una serie di furti di componenti di auto avvenuti nello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano. E' quanto emerso da un'inchiesta della Guardia di Finanza di Cassino, culminata con due arresti e altre due misure cautelari.
Stamane, infatti, i militari delle fiamme gialle, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura di Cassino, hanno eseguito i provvedimenti emessi dal gip nei confronti di quattro persone. Una è finita in carcere, una ai domiciliari, mentre per altre due è stato disposto rispettivamente l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di dimora. Le accuse mosse, a vario titolo, sono di traffico di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione.
Secondo la ricostruzione, le persone ritenute appartenenti al primo gruppo, nonostante le restrizioni alla mobilità imposte dal governo per fronteggiare la pandemia di Covid-19, avrebbero ideato un servizio di delivery dello spaccio, con consegne a domicilio dello stupefacente nelle abitazioni dei clienti.
Nel corso degli accertamenti sulla circolazione della droga, i finanzieri si sono ritrovati a indagare anche sui colpi messi a segno nel sito Stellantis. Nel mirino è finito così un altro gruppo, considerato dedito al furto e alla ricettazione di componenti di auto, che si sarebbe avvalso della presunta compiacenza di un dipendente: per gli investigatori quest'ultimo si adoperava per reperire notizie sulla consegna e sul luogo di stoccaggio del materiale all’interno della fabbrica del Cassinate.
Per evitare i controlli delle pattuglie delle forze dell’ordine, aumentati anche per le restrizioni varate per il contenimento della pandemia, successivamente nel piano sarebbe stato tirato dentro anche un autotrasportatore del Frusinate: era autorizzato ad accedere nel sito produttivo e, da quanto emerso, ne usciva una volta che era stato caricato il materiale indicato.
I pezzi portati via dalla fabbrica sono i cosiddetti "Hot End". Si tratta di terminali di scarico, utilizzati sulle auto Giulia e Stelvio, che nell’ultimo periodo sono divenuti sempre più ricercati non solo per la successiva rivendita sul mercato nero, ma anche perché contengono minuscole quantità di metalli preziosi quali rodio, palladio e platino, che hanno una rilevante quotazione di mercato.
Nel corso delle indagini i finanzieri hanno recuperato e sottoposto a sequestro 128 catalizzatori, nonché la cifra di 25.000 euro ritenuta provento di ricettazione.