Grande capoluogo, gli industriali: «Frosinone ci creda davvero e faccia da traino, serve lungimiranza»

Miriam Diurni
di Stefano De Angelis
4 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Febbraio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 00:12

«Noi siamo pronti, oggi come allora, a fare la nostra parte e a supportare un processo di rinnovamento. Unindustria, però, non può sostituirsi agli amministratori locali e non può operare al loro posto: ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità in base alla funzione che ricopre. D’altronde il Frusinate è in sofferenza su più fronti, non solo demografico, e noi la soluzione l’abbiamo suggerita nella speranza di dare una scossa. Tocca ai Comuni saper coglierne le potenzialità». Ha le idee chiare Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone. Si rivolge ai sindaci, agli assessori. Li sprona a fare squadra in nome del rilancio, a proiettarsi al futuro. In sostanza, a riportare al centro del tavolo il progetto dell’”Unione del Frusinate”, una città intercomunale di 153mila abitanti che vedrebbe alleati otto centri contigui nella gestione dei servizi.

Una sorta di città metropolitana per essere più competitivi e più forti, anche sui tavoli della politica.

Un piano lanciato da Unindustria ormai quasi tre anni e mezzo fa, ma mai decollato. Poche le adesioni formali, soltanto quelle di Frosinone e Supino a suo tempo e la richiesta di annessione arrivata da Arnara. Poi lo stallo, con il prospettato “Grande capoluogo” che sembrava caduto nel dimenticatoio. Questo fino a pochi giorni fa, quando il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Angelo Pizzutelli, lo ha rilanciato come unica soluzione per contrastare una criticità che sta diventando un’emergenza: il calo di residenti in città, scesi sotto i 45mila. Un tema finito subito al centro del dibattito politico.

A dare ulteriore linfa al confronto è stato il sindaco Ottaviani: «Per noi il progetto è ancora in piedi, ma si è fermato per mancanza di risorse. Servono fondi per avviare uno studio preliminare su una serie di aspetti di carattere generale e anche sulla situazione finanziaria dei Comuni coinvolti».

Parole che, a cascata, hanno portato dentro la discussione anche gli industriali. La presidente Diurni, infatti, facendo il punto della situazione, ha anche pungolato il capoluogo a svolgere un ruolo centrale nelle dinamiche comprensoriali: «Il nostro studio (redatto da un gruppo di esperti dell’Università Tor Vergata guidato dalla professoressa di Geografia economica e politica Maria Prezioso, NdR), realizzato nel 2018, è completo, autorevole, dettagliato e suffragato da un’analisi del territorio - ha spiegato -. È durato due anni ed è pionieristico. Unindustria lo ha finanziato, promosso e regalato ai Comuni. Forse Frosinone, come altri centri, alla fine non ci ha creduto davvero: se non si decide a fare da traino, da capofila, è difficile che si facciano passi in avanti».

Il numero uno degli industriali poi aggiunge: «Noi già a suo tempo avevamo indicato come reperire i fondi per procedere a uno studio preventivo, anche per una verifica del quadro finanziario degli enti. La possibilità di ottenerli c’era, anche tramite il Fesr (fondo europeo di sviluppo regionale) che prevede risorse per interventi in area vasta, ma dovevano essere i Comuni a farne richiesta».

In sostanza, l’istanza di finanziamento avrebbero dovuto presentarla i Comuni, non Unindustria. «Probabilmente - ha chiosato - in quel momento erano poco convinti e si è arrivati così a una fase di stasi».


NUOVO TENTATIVO
Diurni, però, è fiduciosa e rilancia l’idea dell’unione sul modello federativo: «Progetti come questi, più ampi e innovativi, hanno sempre bisogno di tempo per essere pienamente condivisi. Abbiamo perso più di tre anni, ma possiamo recuperare. Per Unindustria - ha proseguito - la formula del “Grande capoluogo” è quella giusta per far compiere al Frusinate quel cambio di passo di cui ha bisogno. Noi ci siamo, siamo pronti anche a riattivare i tavoli di confronto. D’altronde - osserva Diurni - diversi indicatori certificano le criticità del territorio, da quella demografica a quella occupazionale ad esempio. Serve un nuovo slancio e la città intercomunale è un’opportunità, una soluzione possibile. Del resto, molti finanziamenti sono ormai indirizzati verso aree vaste, dove c’è un’alta densità abitativa, e bisogna stare al passo con i tempi».

La presidente degli industriali frusinati guarda anche alle prossime elezioni comunali nel capoluogo e conclude: «La campagna elettorale potrebbe rappresentare una leva importante per il progetto: ora si è riaperta la discussione, ma per andare avanti è fondamentale che gli amministratori abbiano visione, coraggio e lungimiranza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA