Omicidio di Serena Mollicone: il giorno del maresciallo Evangelista, il carabiniere che riaprì il caso

Il maresciallo Gaetano Eavangelista
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 15:09

Giallo di Arce, oggi venerdì 1 ottobre 2021 in aula testimonierà il maresciallo Gaetano Evangelista. Dinanzi alla Corte d’assise del Tribunale di Cassino, presieduta dal giudice Massimo Capurso, è stato chiamato dai pm Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco il sott’ufficiale dell'Arma che nel 2004 fu il successore dell’ex maresciallo Franco Mottola (ora a processo per l’omicidio di Serena Mollicone assieme alla moglie, al figlio Marco, a Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano) alla guida della stazione dei carabinieri di Arce. Il maresciallo Evangelista nell’ambito delle indagini ha ricoperto un ruolo di primo piano.

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Fu il primo a capire che le indagini andavano indirizzate attorno alla caserma nella quale era stato chiamato a comandare e lo ha fatto per 16 anni, fino al 27 luglio 2020 (ora comanda la stazione di Piedimonte San Germano).

Fu lui ad insospettirsi dopo aver visto il segno di effrazione sulla porta contro la quale, per l’accusa, Serena fu sbattuta nel corso di una discussione per poi essere incappucciata e soffocata con una busta sulla testa.

Evangelista nel corso degli anni in maniera silente ha svolto una serie di accertamenti a stretto contatto con la magistratura e con i superiori, soprattutto per capire chi, il primo giugno 2001, giorno della morte di Serena Mollicone, era in caserma. Ha aperto il velo sugli atti interni, spesso diciture in gergo militare e formalismi, diventati centrali per la Procura.

Sono agli anni successivi all’assoluzione di Carmine Belli e le indagini sono di fatto ferme al palo. Papà Guglielmo Mollicone assieme all’avvocato Dario De Santis, si avviano alla prima richiesta di opposizione all’archiviazione.

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Il maresciallo Evangelista indaga in solitudine perché, diranno poi gli atti, “le voci sul probabile coinvolgimento nella vicenda di Marco Mottola incominciavano ad essere sempre più insistenti”.  Ed in quel periodo, tra il 2006 e il 2007, che il maresciallo Evangelista iniziò “una serie di accertamenti investigativi raccogliendo informazioni, testimonianze ed altra documentazione sul caso Mollicone”, scriveranno anni dopo, nel 2020, i colleghi del reparto operativo di Frosinone nell’informativa finale. Oggi tutto il materiale che Evangelista ha raccolto entrerà nel fascicolo processuale e sarà oggetto di esame e controesame da parte delle difese.

Il sottufficiale sarà chiamato a testimoniare, nel dettaglio sulla riapertura delle indagini e in particolare su due informative risalenti al 2007, sui rapporti con Santino Tuzi e Francesco Suprano (suoi sottoposti). Verrà ascoltato per informazioni di dettaglio sulla porta ritenuta l'arma del delitto e i vari spostamenti della stessa. Sulla caldaia presente in un alloggio di servizio a trattativa privata. Sullo spaccio ad Arce e sui morti per overdose. Ampia parte della testimonianza si concentrerà poi sulla presenza presso la stazione di Arce di tre registri: 1) Persone che accedono alla caserma, 2) Servizi del comandante, 3)  Personale civile che lavora in caserma. Ma anche sulle modalità di accesso alla caserma, sulla chiamata, la mattina del suicidio di Santino Tuzi da parte di Annarita Torriero.

Con ogni probabilità non basterà un’udienza per ascoltarlo, anche perché sono stati convocati altri tre testi: Amato Sbardella, Fabio Torriero e Gianluca Polselli.

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