Serena Mollicone, la scomparsa e le ricerche. Lo zio in aula: «Provammo subito inquietudine e angoscia»

Ascoltato anche l'appuntato Cuomo: "Tuzi non mi disse di aver visto entrare la ragazza in caserma"

Serena Mollicone, la 18enne assassinata nel 2001
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 14 Marzo 2024, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 15:24

Le ultime ore di vita, le ricerche subito dopo la scomparsa, ma anche le ansie. In aula, questa mattina, dinanzi  alla prima sezione della corte d'appello di Roma, Antonio Mollicone ha ricostruito i drammatici giorni dell'inizio giugno di quasi 23 anni fa, quando scomparve sua nipote Serena Mollicone

"La preoccupazione per la scomparsa di  Serena si trasformò subito in inquietudine e in angoscia. 
Serena non si comportava mai così, quando faceva tardi avvisava sempre. Questo silenzio il papà lo leggeva come qualcosa di molto negativo". È la testimonianza di Antonio Mollicone, lo zio paterno di 
Serena, la 18enne di Arce uccisa nel 2001, davanti alla prima Corte d'Assise d'Appello di Roma, dove è in corso da questa mattina, 14 marzo 2024, il processo per l'omicidio della nipote.  Antonio  Mollicone ripercorre la sera del 1 giugno quando tornò a casa dal lavoro e apprese della scomparsa della nipote. "Ero tornato a casa intorno alle 21.40, appena entrato mia moglie mi disse che aveva chiamato Armida, mia sorella, dicendo che aveva sentito Guglielmo e che  Serena non era tornata a casa e non aveva chiamato», racconta.

Alle 21.48, secondo quanto risulta dai tabulati, "chiamai mio fratello al cellulare".  Poi ha aggiunto: "Guglielmo mi raccontò di aver visto Serena turbata, a scuola avevano fatto un dibattito sulla droga e lei diceva 'come si fa se le istituzioni non ci aiutano? Ad Arce erano morti 4-5 ragazzi per droga e Serena soffriva per questo".

Ascoltato anche l'ex appuntato dei carabinieri Emilio Cuomo: "Tuzi non mi disse di aver visto 
Serena entrare in caserma. Non me lo disse mai neanche mentre facevano le ricerche". Cuomo la sera del 1 giugno 2001, giorno della scomparsa di  Serena, era in servizio con Santino Tuzi, il brigadiere che morì suicida nel 2008 dopo che aveva dichiarato di aver visto  Serena entrare in caserma. "Eravamo insieme quando ci ha chiamato la centrale operativa per dirci di andare in caserma ad Arce dove alcune persone avevano bisogno di aiuto - ha detto il aula - Io ho saputo della scomparsa della ragazza quando siamo arrivati dal papà, Guglielmo 
Mollicone. Era circa mezzanotte e mezza e poco dopo è rientrato in caserma con la macchina il maresciallo Mottola. Accanto a lui c'era la moglie. Mottola indossava una tuta ginnica". 

L'ingresso in caserma. "Tuzi entrò in caserma con Mottola e Guglielmo - ha ricostruito - Io sono rimasto finché non è uscito con una busta in mano: dentro c'era la denuncia di scomparsa e qualche foto di 
Serena che dovevamo portare a Pontecorvo. Tuzi mi disse che conosceva bene 
Serena e che conosceva anche il padre che era stato insegnante dei suoi figli". Nel processo sono imputati il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all'epoca dei fatti comandante della stazione di Arce, il figlio Marco e la moglie Annamaria, accusati di concorso nell'omicidio insieme al carabiniere Vincenzo Quatrale. Un altro carabiniere, Francesco Suprano, è invece accusato di favoreggiamento. Tutti assolti in primo grado. 

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