Omertà a Sora? Il sindaco: «No, la nostra è una comunità sana. E ora una fiaccolata contro la criminalità»

Il sindaco di Sora Roberto De Donatis
di Roberta Pugliesi
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Venerdì 9 Ottobre 2020, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 09:15

Operazione Requiem: «La comunità è sana: lo dimostreremo la prossima settimana con una fiaccolata». Si accende in città il dibattito dopo i 27 arresti di martedì per droga, estorsione e riciclaggio e dopo le dichiarazioni del Capo della Mobile di Frosinone al Il Messaggero. E arrivano le prime reazioni. Il sindaco Roberto De Donatis, ieri sera nel corso della conferenza per aggiornare sulla situazione sanitaria, ha voluto spendere alcune parole sui fatti che hanno portato la città di Sora ed il territorio agli onori della cronaca: «Abbiamo sempre offerto la massima collaborazione e siamo felici che si possano garantire alla giustizia coloro che hanno sbagliato».

«Guardiamo a testa alta al futuro»

Chiaro il riferimento anche alle dichiarazioni rese all’indomani dell’operazione dal Capo della Mobile Flavio Genovesi che non ha esitato ad utilizzare la parola omertà. Un termine che pesa: «Voglio dire che la nostra è una comunità sana, una comunità che vive di lavoro. Siamo disabituati a certe dinamiche ma nessuno ci farà mettere la testa bassa. Non dobbiamo vergognarci ma a testa alta guardare al futuro con la consapevolezza del nostro valore etico e professionale.

Ed è per questo che la prossima settimana, con le associazioni, istituzioni, i sindacati, la chiesa organizzeremo una fiaccolata per sventolare la nostra distanza da qualsiasi concetto legato alla evoluzione negativa della nostra società e comunità».

E c’è anche chi chiede che venga convocato un consiglio comunale ad hoc anche se c’è da dire che la vicenda riguarda non solo la città volsca bensì un intero territorio e forse l’intera provincia di Frosinone, tutta apparsa troppo silente dinanzi ad una così eclatante operazione.

Gli interrogatori

Intanto restano in carcere le persone finite in manette dopo il blitz di martedì mattina. E sono iniziati gli interrogatori di garanzia. Alcuni degli arrestati - come i fratelli Di Pucchio ed Anthony Ceccano - si sono avvalsi della facoltà di non rispondere contestando, attraverso il loro difensore Marco Bartolomucci, i reati di cui sono accusati. Reati molto pesanti che vanno dallo spaccio, al riciclaggio, all’estorsione, in una indagine complessa ed articolata partita quasi tre anni fa e che ha coinvolto decine di persone smantellando un vero e proprio sodalizio criminale e annientando due bande rivali, una locale ed una facente capo agli ambienti malavitosi campani. Senza contare il racket delle pompe funebri che ha portato ad un secondo filone d’inchiesta nel maggio di quest’anno.

Gli altri commenti

«Le sirene dell’operazione “Requiem” hanno riportato molte persone alla realtà - commenta il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Fabrizio Pintori -. Già nella campagna elettorale del 2016 avevo lanciato l’allarme sulla presenza della criminalità organizzata a Sora, allarme che ripresi in Consiglio Comunale sia nel primo discorso che pronunciai che in altre occasioni. Questa vicenda interroga sia la società civile che la politica locale su fenomeni criminali che vedono in un ruolo non secondario anche persone nate e residenti a Sora. Non si può continuare a far finta di niente, perché l’indifferenza rappresenta un compromesso che Sora non può permettersi. Occorre far fronte fin da subito rafforzando l’impegno delle istituzioni contro la criminalità ma anche verso la questione sociale rappresentata dallo spaccio e uso di droghe».

All’indomani delle dichiarazioni rese dal Capo della Mobile Flavio Genovesi è intervenuto anche il circolo locale di Fratelli d’Italia: «Ora interroghiamoci tutti».

Per FI le parole rilasciate da Genovesi lasciano il segno: «Va riconosciuto alla classe politica attuale, recente e meno recente, un certo lassismo e un certo immobilismo rispetto a determinate tematiche che, alla luce degli ultimi episodi, affiggono la nostra città».

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