Cassino, truffa del "finto maresciallo" ai danni di un'anziana: arrestata una coppia

C'è stato un inseguimento sulle corsie dell'A1 terminato alle porte della Città Martire

Cassino, truffa del "finto maresciallo" ai danni di un'anziana: arrestata una coppia
di Vincenzo Caramadre
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Lunedì 6 Marzo 2023, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 17:41

Truffa del "finto maresciallo dei carabinieri", coppia inseguita e arrestata. Tutto è cominciato nella serata di domenica, quando gli agenti della polizia stradale di Cassino in servizio sull'A1 hanno intercettato una Fiat 500 X: il mezzo procedeva ad alta velocità, con due persone a bordo, un uomo ed una donna. E' stato imposto l'alt, ma il conducente non si sarebbe fermato, dopo un breve inseguimento gli uomini della Stradale sono riusciti a bloccare il mezzo. 

Nel corso dei controlli la coppia avrebbe mostrato nervosismo, dando versioni discordanti tra loro circa il viaggio, ed entrambi annoveravano precedenti di polizia, gli agenti hanno deciso di perquisire i due e il veicolo.Durante gli accertamenti la donna avrebbe tentato di disfarsi di una busta di cellophane, prontamente recuperata, al cui interno sono stati trovati numerosi monili in oro, mentre nelle tasche dell'abbigliamento dell’uomo oltre a vari preziosi sono stati trovati 800 euro in contanti.

Gli accertamenti successivi grazie anche alla collaborazione dei carabinieri di Rignano Flaminio hanno fatto emergere l’ennesima truffa ai danni di una persona anziana.

LA VITTIMA

La vittima dopo aver ricevuto una telefonata da parte di un presunto “maresciallo dei Carabinieri” nella quale la avvisava che il figlio aveva provocato un sinistro stradale, e che sarebbe stato denunciato con la sospensione della patente. Pagando però, tutto si sarebbe risolto per il meglio e che, a prelevare la somma ci avrebbe pensato una certa “Maria” persona di sua fiducia. Infatti poco dopo “Maria” si sarebbe recata a casa della malcapitata che in stato di agitazione ed ansia consegnava oltre al denaro anche oggetti in oro ed il bancomat con il relativo "pin". I fermati, tra cui la donna riconosciuta come “Maria”, sono stati arrestati e su disposizione del pm di turno sono finiti ai domiciliari, mentre la refurtiva è stata riconsegnata alla pensionata.

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