Il primo bombardamento su Cassino, il racconto di Giovanni: «Pensavamo che la guerra era finita, la gioia durò poco»

Domani la cerimonia per ricordare quanto accaduto nella città martire. Torrice aveva 13 anni e ricorda alla perfezione il suono della sirena e la ricerca di un rifugio, poi la fuga.

Giovanni Torrice, 93 anni
di Elena Pittiglio
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Sabato 9 Settembre 2023, 09:10

«Quella mattina del 10 settembre del '43 era una mattina come tante vissute in quell'estate del 1943. Con mio fratello Cosimo, più piccolo di me di 6 anni, uscimmo in giardino a giocare. Eravamo sereni. La radio, due giorni prima, annunciò che la guerra era finita. Quei tristi eventi che, fino ad allora, avevano sconvolto più zone d'Italia potevamo destinarli all'oblio della memoria. La firma dell'Armistizio dell'8 settembre, così come annunciò alla Radio il generale Badoglio, ci aveva rincuorato e dato nuove speranze. A distanza di 48 ore, però, sperimentammo sulle nostre vite che avevamo nutrito false speranze. Ci eravamo illusi. O meglio: ci avevano illuso. La guerra avanzava e alla nostra città aveva riservato morte, sofferenze e distruzione». Inizia così il racconto di Giovanni Torrice, 93 anni, ex segretario generale della Procura della Repubblica di Cassino, ex allievo alla Federico II dell'ex presidente della Repubblica Giovanni Leone e testimone oculare del primo bombardamento della città di Cassino, avvenuto alle 10.50 del 10 settembre del '43. Giovanni, all'epoca, era un ragazzo di quasi 13 anni. Con suo padre Luigi, da tutti chiamato affettuosamente Luigino, con sua madre e suo fratello Cosimo avevano fatto rientro a Cassino da Gaeta a giugno.

LA FAMIGLIA

«Papà Luigi era vigile urbano del Comune ma da giovane aveva prestato servizio nell'Arma dei Carabinieri. Nel '41 continua Giovanni - papà, insieme a tanti altri, fu richiamato alle armi. Così l'intera famiglia si trasferì a Gaeta. Finita la scuola a giugno, papà decise di ritornare a casa, a Cassino, per le vacanze». La casa della famiglia Torrice era situata in via Luigi Tosti nella parte antica della città (oggi la zona è percorsa da via Pinchera). «La nostra casa continua il testimone - si trovava nella zona più alta, quasi a dominare il corso principale di Cassino, l'allora Corso Principe Umberto. Dal giardino avevamo una visuale completa della città. Le macchine transitavano ogni 6-7 ore. Cassino dice era sotto i nostri piedi. Quel 10 settembre ritornando al racconto dei tristi momenti giocavo con mio fratello Cosimo quando all'improvviso la nostra quiete fu interrotta dai rumori assordanti provenienti dal rione Colosseo. Alzammo gli occhi e vedemmo uno stormo di aerei. All'istante la nostra reazione fu di giubilo. Io e mio fratello applaudimmo esclamando: Finalmente! Arrivano gli alleati. La guerra è finita». La gioia dei ragazzi terminò in quello stesso istante. «Gli aerei rivela Giovanni iniziarono a sganciare una pioggia di bombe, prima sulla zona delle Terme Varroniane, poi, nei pressi della stazione ferroviaria e del campo Boario. Davanti ai nostri occhi di giovanissimi dice si consumò il primo triste capitolo della storia della nostra città». Quella stessa sera la famiglia Torrice raggiunse località Capodacqua, alla periferia della città, per trasferirsi successivamente a Terelle e infine a Ferentino. Un destino comune a tutte le famiglie cassinati costrette a fuggire e a trovare salvezza altrove. Il primo bombardamento colse di sorpresa l'intera popolazione che venne avvisata dal suono di una sirena.La cerimonia di domani in piazza De Gasperi alle ore 10, alla presenza delle più alte autorità e di una rappresentanza della 36esima Divisione Texas, verrà commemorato l'80esimo anniversario del primo bombardamento. Nel corso della cerimonia, che di fatto aprirà le celebrazioni in programma nel 2024, sarà riprodotto alle 10.50 il suono della sirena che nel '43 avvertì la popolazione dell'imminente pericolo. Per l'occasione il sindaco Enzo Salera invita la cittadinanza ad effettuare alle 10.50, in concomitanza con la cerimonia, un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime.
Elena Pittiglio
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