Bimbo ucciso, le analisi del Ris confermano la confessione della madre

Bimbo ucciso, le analisi del Ris confermano la confessione della madre
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 19 Settembre 2019, 14:21
Gabriel è stato assassinato a pochi metri dalla sua abitazione, nel luogo indicato dalla madre, Donatella Di Bona, rea confessa del delitto, dove si sarebbe appartata con il padre del bambino, Nicola Feroleto.
A rivelarlo è stata l'attesissima consulenza sul terriccio depositata nelle ultime ore in Procura a Cassino e notificata anche agli avvocati.

L'ACCERTAMENTO
Il Ris di Roma, unitamente a una geologa, hanno analizzato il terriccio prelevato sul luogo indicato dalla madre come teatro dell'omicidio e lo hanno comparato con i resti, sempre di terriccio, isolati sui vestiti del piccolo Gabriel Feroleto.
In questo modo è stata accertata la compatibilità, per cui si è arrivati alla conclusione che il bambino, di appena 28 mesi, sarebbe stato assassinato sul luogo indicato dalla donna, una stradina che costeggia la corsia Nord dell'Autostrada del Sole, in località Volla a Piedimonte San Germano.

LA NOVITÀ
Ma, non è l'unica novità delle ultime ore, sempre la consulente della Procura ha isolato i resti di alcuni spine, appartenenti ai rovi presenti sul luogo dell'omicidio, nei vestiti di Gabriel e su una scarpa del padre, Nicola Feroleto, accusato di concorso nell'omicidio del piccolo e in carcere ormai da cinque mesi, come la madre.
Per gli investigatori, quindi, l'uomo potrebbe essere stato sul luogo dell'omicidio, come ha sempre sostenuto Donatella Di Bona, la quale, prima lo ha tirato in ballo come mero spettatore del delitto, ma poi, in una lunga confessione, lo ha chiamato in correità materiale nell'omicidio.
Questo aspetto, legato alla presenza in località Volla, la difesa dell'uomo (rappresentata dall'avvocato Luigi D'Anna), lo ritene ancora tutto da valutare.
A questo punto, nella ricostruzione generale della vicenda, pesa come un macigno la confessione della donna, 28enne, madre del bambino.

L'ULTIMA VERSIONE
«Lo abbiamo ucciso insieme». E' stata l'ultima versione di Donatella al pm Valentina Maisto, agli inizi dell'estate, in un interrogatorio fiume nel carcere di Rebibbia.
Lui, però, Nicola, contesta ogni responsabilità e nega di essere stato presente il pomeriggio del 17 aprile scorso a Piedimonte San Germano, in località Volla.
Chi dice la verità? Donatella o Nicola?
Le indagini sono alle battute finali, ma non ancora chiuse. Il pm Maisto che coordina le indagini, attende le relazioni finali da parte dei carabinieri del comando provinciale.
Per ora l'unica certezza è che il piccolo Gabriel è morto in maniera atroce. La consulenza medico - legale sulle cause di morte ha fornito un'istantanee del terrore, con la chiusura meccanica, in contemporanea, delle vie aeree superiori (naso e bocca), con le mani, o altro oggetto flessibile (forse un calzino), per circa dieci minuti.
Una scena orribile. Una morte difficile anche solo ad immaginare. Ma in queste ore la difesa della donna, rappresentata dagli avvocati Chiara Cucchi e Lorenzo Prospero, sta valutando l'ipotesi di chiedere l'incidente probatorio per l'espletamento di una perizia psichiatrica, al fine di valutare la sua capacità d'intendere e di volere e la conseguente richiesta di rito abbreviato.
 
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