«Ben vengano gli aumenti che vanno a compensare l'impegno di tanti sindaci, un compito i diventato col tempo sempre più difficile e gravoso». C'è da credergli se lo dice lui, Bernardo Donfrancesco, che il sindaco del suo paese, Colfelice (Frosinone), lo fa da cinquant'anni, e all'indennità di primo cittadino ha rinunciato da un bel po', una decina di anni. Avendo rinunciato al compenso, Donfrancesco non ha seguito le ultime novità con gli aumenti scattati con la Legge di bilancio del 2022.
Sindaci, stipendi aumentati: «È giusto per l'incarico»
Per un sindaco delle dimensioni del suo Comune - Colfelice conta 1.782 abitanti - nel 2024 andrebbe a prendere l'indennità prevista per i centri fino a 3mila abitanti: 2.208 euro lordi.
RISORSE VINCOLATE
Al Comune però non resteranno i soldi degli aumenti scattati dal 2022 al 2024. Le risorse per l'adeguamento vengono erogate direttamente dal Governo e a queste ritornano in caso di rinuncia. La Corte dei Conti, rispondendo al quesito posto da un piccolo Comune della Liguria, ha chiarito che la destinazione non può avere altre destinazioni e quindi in caso di rinuncia la parte aggiuntiva torna indietro.
Un aspetto che cambia poco nella decisione di Donfrancesco che invece annota: «Con i nuovi compensi l'incarico di sindaco diventa una sorta di lavoro a tutti gli effetti anche nei piccoli Comuni. Il che può comportare dei rischi attirando persone attente solo all'aspetto economico, ma può anche fungere da stimolo a lavorare bene e meglio per la comunità, considerando i rischi che comporta sul piano legale ma anche il tempo che si toglie alla propria professione».
IL TRAGUARDO
Donfrancesco lo fa da mezzo secolo. Fu eletto per la prima volta nel 1970. Da allora ha indossato la fascia tricolore ininterrottamente fino al 2004, quando è stato introdotto il limite dei mandati. Dal 2004 al 2009 è stato assessore alla cultura e nel 2009 è stato eletto di nuovo sindaco. Nella primavera della prossima terminerà il terzo mandato consecutivo. All'età di 84 anni. Nel frattempo il Comune di Colfelice, il 6 dicembre, compirà 100 anni. Per metà Donfrancesco ne è stato il sindaco.
Un traguardo, forse da Guinness dei primati, che gli consente di avere una visione ampia e profonda su come è cambiato l'impegno da primo cittadino: «Le incombenze, con il passare degli anni, sono diventate sempre più numerose. In passato, pur svolgendo prima il lavoro di professore e poi di preside, bastava un'ora in Comune per far funzionare le cose. Oggi lavori un'intera mattinata, ma anche di più, e non vieni a capo di nulla. Le normative si sono fatte sempre più complesse, c'è una burocrazia asfissiante. La tecnologia, se da un lato ha semplificato il lavoro, dall'altro lo ha complicato: ti arrivano centinaia e centinaia di pagine che si presume tu debba leggere e capire. Sono aumentate le sacche di povertà e i sindaci, soprattutto dei piccoli comuni, debbono fanno carico in prima persona di situazioni molto problematiche. Spesso senza avere risorse economiche diminuite col tempo e con organici sempre più sguarniti. Nei piccoli comuni, anche se non se ne parla molto, c'è l'emergenza della polizia locale. L'ultimo vigile urbano del nostro Comune è andato in pensione il 31 luglio. Non riusciamo a trovare sostituti. Ecco, questo è uno dei tanti problemi con cui ogni giorno ha a che fare un sindaco».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout