Andrea Impero, lo chef ciociaro conquista la Stella Michelin: «L'amore per la cucina grazie a mia nonna»

Il 33enne di Ferentino guida il ristorante di un resort di lusso in Umbria: «Venire qui una scelta naturale»

Lo chef Andrea Impero, 33 anni, di Ferentino
di Emiliano Papillo
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Giovedì 16 Novembre 2023, 08:35

Lo chef di Ferentino Andrea Impero, 33 anni, conquista la Stella Michelin 2024. L’ambito riconoscimento, consegnato martedì scorso a Brescia, nell’evento organizzato dalla più prestigiosa guida enogastronomica internazionale, gli è valso per il lavoro che il ciociaro sta svolgendo alla guida della brigata del ristorante “Elementi”, a Torgiano (Perugia), che si trova all’interno del Borgobrufa SPA Resort, un resort di lusso aperto due anni fa. Nella Guida Michelin così palrano di lui: «Originario della Ciociaria, nella sua cucina si leggono influenze di piatti e tradizioni laziali insieme a contributi umbri, sua regione d’adozione, passando per le esperienze lavorative campane. Il risultato è una cucina straordinaria, carica di sapori, elaborata, con alcune portate che vengono elaborate in più piatti».

Ad Andrea sono arrivate anche le congratulazioni del sindaco di Ferentino Piergianni Fiorletta: «Un ragazzo speciale, un vanto per questa città è uno chef stellato che sta facendo straordinarie cose. A nome dell’amministrazione comunale faccio le più sincere congratulazioni ad Andrea, è un plauso va alla sua famiglia, che a distanza lo ha sempre sostenuto, così come tanti amici di Ferentino. Lo chef Impero ha sempre esaltato la sua terra e per noi vederlo oggi sul palco a Brescia per l’importante riconoscimento è motivo di grande gioia».

Andrea, che emozione si prova a ricevere una Stella Michelin?

«L’emozione è grande e non posso non pensare in primis a chi mi è accanto in maniera discreta ma determinante da ben 10 anni, in un’unione di intenti professionali e personali, ovvero mia moglie Martina Pallante, restaurant manager di Borgobrufa SPA Resort».

Come e quando è iniziata la tua passione per la cucina?

«Nella mia famiglia nessun ha mai lavorato nel mondo della ristorazione. Ad avvicinarmi al mondo dei fornelli è stata mia nonna, Annamaria Incelli, grande cuoca di casa, che mi ha insegnato le prime basi della cucina. Sin da ragazzo sapevo cosa volevo, ho preso il diploma all’istituto alberghiero di Fiuggi e ho iniziato subito a lavorare nei ristoranti nella zona di Ferentino».

Quali sono state le tue esperienze di lavoro prima di approdare in Umbria?

«Dopo aver lavorato diversi anni in Ciociaria, ho fatto esperienze importanti a Roma, Londra e nella penisola sorrentina dove ho incontrato il mio maestro: Alfonso Caputo.

Poi mi è capitata la grande opportunità di lavorare in Umbria. Per me è stata una scelta naturale».

Nei tuoi piatti mantieni un legame con la Ciociaria?

«Certo. Noi ci serviamo di 70 piccoli produttori dislocati tra l’Umbria e le altre regioni limitrofe. Tra loro ce ne sono due della provincia di Frosinone, di uno produce erbe naturali di grande qualità».

Qual è la tua specialità?

«La mia grande passione sono i primi piatti, ma da qualche tempo mi sto dedicando anche ai dolci».

Un piatto a cui sei legato?

«Pasta e cipolla».

Potresti dirci la ricetta?

«Ingredienti; 320gr spaghettini di Gragnano “Pastificio Dei Campi; 15 cipolle dorate di Cannara; 50 gr olio extra vergine di oliva moraiolo “Viola”; 3 kg sale grosso integrale; 100 gr Parmigiano Reggiano 96 mesi. Per prima cosa prendere le cipolle con tutta la buccia e cospargetele di salegrosso,cuocerle in forno per 2 ore a 200 gradi, pelarle calde ed abbatterle di temperatura affinché raggiungano al cuore i meno 8 gradi centigradi, procedere quindi con la crioestrazione frullando la cipolla finemente e filtrandola con un panno di cotone in frigorifero per minimo 24 ore. Una volta pronta utilizzare quest’ultima come condimento in una casseruola dove lasceremo cuocere i nostri spaghettini per 5 minuti, mantecando con olio evo. Servire il piatto ben caldo cospargendolo di Parmigiano Reggiano 96 mesi».

Hai un sogno nel cassetto?

«Aprire un ristorante nella mia città, Ferentino».

Cosa consigli a un giovane che come te si è diplomato all’alberghiero di Fiuggi e vuole fare lo chef?

«Consiglio di credere nei loro sogni senza abbattersi mai davanti alle difficoltà. La ristorazione è un settore difficile, soprattutto in provincia di Frosinone. Spesso si è costretti a fare la gavetta ed andare a lavorare lontano da casa. Ma non bisogna abbattersi, i sacrifici con il tempo vengono ripagati se ci si mette l’amor per quello che si fa puntando sempre alla qualità».

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