Aeroporto di Aquino, danno milionario e pecore al pascolo

Aeroporto di Aquino, danno milionario e pecore al pascolo
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 2 Marzo 2020, 14:44 - Ultimo aggiornamento: 14:49
Aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei principali aeroporti sportivi del centro Italia, ma oggi dietro i cancelli chiusi non resta che la desolazione. Un anno dopo la riconsegna delle chiavi dell'ultimo concessionario, l'associazione HFD, il degrado ha ripreso completo possesso dell'aeroporto di Aquino. Piste danneggiate dal passaggio di moto da cross e pecore al pascolo. Immagini che sono l'emblema di un fallimento che costerà allo Stato oltre un milione di euro. A tanto ammonta il risarcimento che l'Enac, l'ente pubblico dell'aviazione civile, dovrà corrispondere alla HFD, l'associazione che aveva preso in gestione l'aeroporto nel 2005 e fino all'ultimo ha cercato invano di portare avanti un progetto di rilancio della struttura.

La denuncia su Facebook

Una situazione assurda denunciata per anni dalla HFD e ora messa nera su bianco da una sentenza del Tar di Latina dello scorso 27 febbraio che, sulla base di una consulenza tecnica disposta dai giudici, ha riconosciuto il danno nei confronti dell’associazione per gli investimenti effettuati, i canoni pagati e i mancati introiti nel periodo compreso tra il 2006 e il 2018.

Il danno è stato quantificato in 1.100.704 euro oltre a circa 61mila euro di mancato lucro. Inoltre sempre l'Enac dovrà pagare i costi della consulenza tecnica (9mila euro) e le spese di giudizio (5mila euro).

Stando alle conclusioni del consulente nominato dal Tar, l'ente per l’aviazione civile è venuta meno agli obblighi previsti nella concessione e non ha messo il gestore, la HFD, nelle condizioni di esercitare le proprie attività, a parte qualche sporadica iniziativa.

Ecco le conclusioni del consulente:
«HFD avrebbe dovuto esercitare l’attività aeroportuale grazie alle predette concessioni ma è di palmare evidenza che così non è stato se non occasionalmente per qualche sporadico evento di paracadutismo, come risulta dalla ampia documentazione, anche giornalistica, prodotta da HFD. Infatti, dalla corrispondenza intercorsa tra ENAC ed HFD emergono delle problematiche di natura tecnica che non hanno consentito la messa in sicurezza dall’area aeroportuale e quindi lo svolgimento delle attività che HFD avrebbe voluto svolgere. Ciò nonostante HFD, in attesa di poter svolgere l’attività, ha  sostenuto una serie di costi necessari per la gestione della società il cui scopo unico era quello di gestire l’aeroporto di Aquino. Ha, pertanto, sostenuto dal 2006 al 2018 costi per investimenti economici nei quali devono includersi tutti i costi sostenuti».

Quando l'associazione prese in gestione l'aeroporto, nel 2005, la struttura veniva da dieci anni di abbandono dopo il fallimento dell'Aeroclub della Ciociaria. L'aeroporto era diventato una discarica a cielo aperto, le infrastrutture per il volo completamente inaccessibili. Solo cospicui investimenti permisero di rimettere in piedi la struttura e renderla accessibile. Come riportano i giudici l’associazione HFD ha sostenuto i seguenti costi: “I canoni concessori, costi antincendio, le assicurazioni, le fidejussioni, l’accollo debiti pregressi aeroporto della Ciociaria, la realizzazione degli allacci di utenze e messa in opera di altri impianti e le opere e costi di manutenzione ordinaria e straordinaria e quant’altro necessario per l’attivazione ed il mantenimento della società in attesa di poter svolgere l’attività”. Un’attesa che non è mai finita.

Il  progetto di rilancio, pronto per decollare, si è andato a schiantare contro un muro di burocrazia e di inspiegabili ostacoli posti dall'Enac che era arrivata anche ad ordinare lo sgombero dell’aeroporto da parte della HFD. Provvedimento annullato dal Tar perché ritenuto illegittimo.

Il caso finì all'attenzione del Parlamento grazie all'interessamento del deputato dei Cinquestelle Luca Frusone, nel frattempo un funzionario dell'Enac, protagonista anche del contenzioso sull'aeroporto di Aquino, venne anche travolto da un'inchiesta sugli appalti. E poi carte bollate a non finire. Nulla è bastato per trovare una soluzione. Il 15 marzo dello scorso anno la HFD ha riconsegnato le chiavi. Lo Stato dovrà pagare un risarcimento milionario, che comunque compenserà solo in parte i sacrifici finanziari e professionali fatti dall'associazione. Intanto, sulle piste dello storico aeroporto della provincia pascolano liberamente le pecore.
 
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