Fine studioso e tifoso del Frosinone, chi era l'abate di Casamari ucciso dal coronavirus

L'abate di Casamari dom Eugenio Romagnuolo
di Roberta Pugliesi
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Domenica 5 Aprile 2020, 06:00

Una mente illuminata, un grande studioso ma anche una persona gioviale e sportiva. Il coronavirus si è portato via anche l’abate di Casamari: dom Eugenio Romagnuolo è deceduto ieri pomeriggioall’ospedale “Spaziani” di Frosinone. Aveva 74 anni. Era stato ricoverato a metà marzo in condizioni critiche, poi negli ultimi giorni il suo quadro clinico è peggiorato.

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Il cammino spirituale. Foggiano di Cerignola, da quasi cinque anni era alla guida dall’abbazia di Casamari. Venne eletto il 21 luglio del 2015. Il suo cammino spirituale cominciò all’età di 12 anni quando venne accolto nel seminario  del monastero di Santa Maria di Cotrino in provincia di Brindisi. Era il 10 agosto 1974 quando, terminata la formazione alla vita monastica e sacerdotale ed emessa la professione solenne, venne ordinato sacerdote da Sua Eccellenza monsignor Michele Federici, vescovo della diocesi di Veroli.

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Priore a Sermoneta. Ne nacque un intenso legame con la terra ciociara che lo accompagnò tutta la vita. Successivamente è stato impegnato come coadiutore del rettore dei seminari dell’abbazia di Casamari e del monastero di Santa Maria della Consolazione, a Marrano e, dal 1977 al 1993, come rettore del seminario del monastero di Santa Maria di Cotrino, a Latiano. Dal 1993 al giorno dell’elezione abbaziale ha ricoperto la responsabilità di priore del monastero di Valvisciolo, a Sermoneta (Latina). Fino al nuovo ritorno, per l’appunto, come Abate di Casamari.



Il vescovo. «Un uomo mite, buono, generoso, che si era posto al servizio dei monaci cistercensi di Casamari - dichiara il vescovo Ambrogio Spreafico - Vorrei esprimere il nostro dolore per questa scomparsa e chiedere a tutti di unirsi nella preghiera, perché dom Eugenio sia accolto nella gioia del Paradiso e perché la sua testimonianza come monaco e abate possa rimanere come segno di speranza per l’abbazia e per questa terra».

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Il ricordo del sindaco. Parole di cordoglio e vicinanza umana sono state espresse anche dal sindaco di Sermoneta, Giuseppina Giovannoli: Romagnuolo è stato per 22 anni priore dell’Abbazia di Valvisciolo: «Sono tanti i ricordi personali che mi legano a don Eugenio e che conserverò gelosamente nel mio cuore. A nome mio, dell’Amministrazione Comunale e di tutta la comunità di Sermoneta ci uniamo al dolore».

La passione per il calcio. Tutti coloro che lo hanno incontrato, monaci e non, ne piangono la scomparsa. Al suo fianco, fino a quando è stato possibile, don Alberto Coratti e don Loreto Camilli. L’Abate Romagnuolo era, come detto, sportivo ed amante del calcio ed era tifosissimo del Napoli. Ma, come racconta il giornalista sportivo Giovanni Lanzi, «dall’incontro con il presidente del Frosinone Calcio Maurizio Stirpe e la famiglia giallazzurra, sentì una passione viscerale per le sorti del Frosinone. Tra i due diversi incontri privati, un rapporto che trovava convergenze a tutto tondo».

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L’ultimo incontro con il Frosinone calcio è avvenuto in occasione della messa di Natale nella Chiesa dell’Abbazia e della successiva cena organizzata dal club giallazzurro presso il refettorio.

Dom Romagnuolo era un grandissimo studioso, appassionato di letteratura, storia, musica, filosofia ed era profondo conoscitore dell’animo e della mente umana. La salma di Sua Eccellenza Dom Eugenio Romagnuolo verrà tumulata nel cimitero dell’Abbazia di Casamari dopo una benedizione, nel più stretto riserbo secondo le indicazioni governative.

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