Elezioni, tante promesse ma tutte (o quasi) a debito: i programmi dei partiti non indicano le coperture

A fare i conti ci ha pensato la piattaforma di fact-checking Pagella politica, che ha analizzato i documenti programmatici dei quattro principali contendenti: centrosinistra, centrodestra, Movimento 5 stelle e Terzo polo

Elezioni, tante promesse ma tutte (o quasi) a debito: i programmi dei partiti non indicano le coperture
di Andrea Bulleri
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Venerdì 9 Settembre 2022, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 08:09

Tasse da tagliare, pensioni da aumentare, contributi per i giovani e sgravi (un po') per tutti. In campagna elettorale, ogni promessa - o quasi - è "a debito". Nel senso che i programmi dei dievrsi schieramenti abbondano di idee, progetti e proposte, spesso molto costose. Dalla flat tax al 15 per cento alle pensioni a mille euro, dalla "dote" ai diciottenni da diecimila euro al "potenziamento" del reddito di cittadinanza. Ma sono pochi, anzi pochissimi i casi in cui alle promesse seguono le indicazioni su come si intende finanziare questa o quell'altra misura. A fare i conti ci ha pensato la piattaforma di fact-checking Pagella politica, che ha analizzato i documenti programmatici dei quattro principali contendenti: centrosinistra, centrodestra, Movimento 5 stelle e Terzo polo. Sorpresa (oppure no?): il 96 per cento delle proposte non indica coperture. In altre parole, più di una promessa su dieci non è accompagnata da una spiegazione su come si intende finanziarla. 

Le promesse (senza coperture) dei partiti

Qualche esempio? Una delle misure più volte rilanciata sia dalla Lega che da Forza Italia è la flat tax, la "tassa piatta" che prevederebbe un'unica aliquota (al 15 o al 23 per cento).

Come si finanzia? Secondo i proponenti, è un provvedimento che in gran parte «dovrebbe ripagarsi da solo», dal momento che genererebbe una crescita del Pil tale da compensare la perdita di gettito per lo Stato. Non tutti gli economisti, però, sono d'accordo. Anzi. Più in generale, secondo Pagella politica contiene 88 proposte effettive di spesa, ma solo un'unica maggiore entrata sicura: un corposo taglio al reddito di cittadinanza. Intervento che da solo permetterebbe di recuperare, secondo il centrdestra, 5-6 miliardi. Basteranno a coprire tutte le altre uscite? 

Il problema riguarda anche il Pd. Anche in questo caso, i fronti che richiederebbero di mettere mano al portafoglio, a leggere il programma del centrosinistra, sono oltre 80. Le coperture? Dalla riduzione dell'evasione fiscale, indicata anche dal Terzo polo come una delle priorità. Ma, fa notare chi si occupa di cifre, si può coprire una spesa certa (come potrebbe essere un taglio delle tasse) con una fonte incerta (come è per definizione il recupero dell'evasione). Chi ha fatto i conti, indica il costo del programma del Pd in circa 66 miliardi, a fronte di una copertura di soli 4 (non va molto meglio per il centrodestra, con 40 miliardi di spesa e 3 di entrata). 

I centristi di Azione-Italia viva citano anche la riduzione delle spese della Pa per coprire le proprie proposte, che sono oltre 90. E contano di recuperare almeno 10 miliardi dalla lotta all'evasione. 

E i Cinquestelle? Anche loro promettono di mettere mano al portafogli ben 61 volte. Con misure che vanno dal salario minimo di 9 euro l'ora al rafforzamento del reddito cittadinanza, fino a un nuovo superbonus per l'edilizia. Come finanziarle? anche qui, tramite il contrasto all'evasione, da attuare con un nuovo cashback fiscale, ma pure attraverso contributi europei tra i quali l'emissione di nuovo debito comune. 

Con un'unica certezza, che accomuna (quasi) tutti gli schieramenti: quando la promessa è fatta, e non mantenerla significherebbe perdere la faccia di fronte agli elettori, c'è un unico sistema che si dimostra sempre infallibile. Il caro, vecchio, debito pubblico. 

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