Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

La lezione di Raffaele Mattioli, banchiere umanista

di Angelo De Mattia
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Domenica 30 Luglio 2023, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 07:13

Il 27 luglio 1973 moriva Raffaele Mattioli, il banchiere umanista, come da sempre è giustamente definito. Era stato costretto a lasciare la carica di amministratore delegato della Banca commerciale italiana che aveva fatto grande, al centro del sistema, per una manovra di lottizzazione partitica che portò al vertice un mediocre politico. Non aveva voluto accettare altri incarichi nell’istituto perché disse che, se anche avesse fatto l’usciere, nella Comit tutti, dipendenti e clienti, si sarebbero rivolti a lui anche per le più impegnative operazioni.

Se per banchiere si intende quel che pensava Schumpeter, cioè un “eforo” (un magistrato) dell’economia, Mattioli lo fu nel modo più elevato possibile, a ragione potendo oggi essere considerato il più grande banchiere del Novecento. Se l’aggettivo umanista deve essere adottato con appropriatezza non solo per riferirsi alla cultura enciclopedica e agli interessi letterari - di cui il banchiere diede prova, tra l’altro, con la sua vicinanza al grande filosofo Benedetto Croce e con il salvataggio dei Quaderni di Antonio Gramsci nonché con il sostegno a iniziative editoriali e culturali in genere - ma anche nel senso della latina “ humanitas” come solidarietà e compenetrazione nei problemi dell’umanità, Mattioli a buon diritto può essere ritenuto un grande umanista.

E proprio questo carattere, la sua rigorosa eticità e la frequenza degli scambi culturali con scrittori e letterati costituivano la linfa per un esercizio del credito, nel quale Mattioli padroneggiava tutte le tecniche e le normative, attento agli interessi generali, allo sviluppo dell’economia: in sostanza, alla funzione pubblica del credito e del risparmio molto netta in lui che era stato uno dei partecipanti alla formazione della legge bancaria del 1936 la quale resterà in vigore fino al 1993. E che aveva, per primo, contestato il “ catoblepismo”, la mostruosa fratellanza siamese nel rapporto, fatto di intrecci deleteri, tra banche e industrie che aveva portato in gravi difficoltà la stessa Commerciale prima della sua gestione. Il peggio che può accadere, sosteneva, è che il debitore di una banca ne diventi proprietario (o comproprietario).

La visione di sostegno agli investimenti e a una più avanzata tutela del risparmio portò Mattioli a istituire Mediobanca che doveva essere l’istituto a medio e lungo termine «della Comit e per la Comit» che poi, però, con Enrico Cuccia, si spinse verso una progressiva autonomizzazione.

Non si contano le iniziative di rilancio e i salvataggi di imprese, operati dalla Comit, le quali hanno poi avuto un ruolo fondamentale nel miracolo economico italiano, a partire dal frequentemente citato sostegno all’Agip di Enrico Mattei. Ha fatto bene l’Abi di Antonio Patuelli, insieme con l’Istituto Luigi Einaudi, a pubblicare il volume “Gli insegnamenti di Raffaele Mattioli”, edito da Laterza.

Oggi la Comit non c’è più, confluita a suo tempo nel processo di formazione di Banca Intesa poi Intesa Sanpaolo. Ma l’impronta mattioliana resta in aree del sistema, pur in presenza di rilevanti trasformazioni sopravvenute. Poiché si parla di “insegnamenti’ del grande banchiere, allora non bisogna dimenticare i suoi indirizzi sull’analisi del merito di credito, che non è un’attività da burocrati, che non si ferma ai numeri e alle quantità, ma valuta il richiedente, la sua capacità e probità, le prospettive dell’impresa, in un coinvolgente procedimento per il giudizio finale. Di tutto ciò, così come della tutela del risparmio che riposa prima di ogni altra cosa sulla capacità del banchiere, occorrerebbe oggi, nel contesto enormemente diverso, recepire la sostanza, lo spirito che restano fondamentalmente validi, pur nell’amplimento dei mercati, nell’intensificazione della concorrenza, nella trasformazione del Vigilanza a livello europeo che trarrebbe non poco giovamento, anch’essa, dalla riflessione sulla concezione dell’attività bancaria di Mattioli. Il mondo non inizia oggi ed è un atto molto impegnativo per l’Abi avere indicato Mattioli come colui che ancora insegna. E deve essere seguito.

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