Gianfranco Viesti
Gianfranco Viesti

Squilibri nascosti/Lo spacca-Italia fa pagare al Sud la quota del fisco che resta al Nord

di Gianfranco Viesti
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 00:41
Si sta provando a cambiare radicalmente il volto dell’Italia in base ad un accordo fra pochi intimi. Le disposizioni sulla cosiddetta autonomia regionale differenziata riscrivono le modalità di organizzazione e finanziamento di quasi tutti i principali servizi pubblici sulla base di testi assemblati dalle Regioni e dalla Ministra leghista Erika Stefani, e confrontati a porte chiuse con i Ministeri, senza la minima discussione nel paese. 
Sono disposizioni di grande rilevanza. Impattano sulla scuola: in Lombardia e Veneto le regioni avranno persino il potere di “specificare le funzioni del sistema educativo regionale”, oltre ad assumere direttamente il personale e a stabilirne le condizioni salariali e normative. Esperti di sanità, e le stesse organizzazioni dei medici, lamentano la possibile fine del Sistema Sanitario nazionale. E molto altro ancora.
Il venir meno delle regole, e il frammentarsi delle strutture dell’amministrazione nazionale nella Capitale indebolirebbe la capacità di governo del paese. O, per esempio, si intende affrontare il tema del riscaldamento climatico con normative regionali? E, lo si è già detto ma vale ripeterlo, indebolirebbe fortemente ruolo e prospettive di sviluppo di Roma. 


Tutto questo nell’ipotesi che nelle regioni “secessioniste” le amministrazioni regionali siano meglio di quelle nazionali. Ma quest’ipotesi è assunta come dogma, e per niente dimostrata, come argomenta su LaVoce.info uno dei principali esperti italiani di questi temi, Massimo Bordignon. Egli ricorda che la scuola pubblica statale in Veneto e Lombardia raggiunge livelli eccellenti, mentre la formazione professionale regionale lascia non poco a desiderare. Come i forti interventi dei sindaci di Milano e Bologna hanno sottolineato, sono molto forti anche in quelle Regioni i dubbi sull’intera operazione.

Sotto il profilo finanziario si mira esplicitamente ad ottenere più risorse. Ma la clausola che pare essere stata inserita dal Ministero dell’Economia, per cui tutta l’operazione non può portare ad aggravi per le finanze pubbliche, dimostra plasticamente che questo non può avvenire se non a discapito di altri territori.
<HS9> Il meccanismo tecnico indicato per questi conteggi (“fabbisogni standard”) è articolato in modo tale nelle bozze di intesa in modo da assicurare alle regioni “secessioniste” ampie possibilità di ottenere maggiori risorse; ma, grazie alle clausole di salvaguardia disseminate nel testo, la certezza di non poterne perdere. Un tavolo di gioco nel quale chi si fa le regole poi gareggia. Inoltre, sempre Bordignon mette in evidenza anche i possibili rischi, per la finanza pubblica italiana, di norme che garantirebbero sempre e comunque alle Regioni più ricche un gettito fiscale blindato. Tema cruciale per il nostro futuro.

Un gettito fiscale per le regioni, tra l’altro, che cresce se il ciclo economico è buono. Con buona pace di Ministri e Presidenti, una “secessione dei ricchi” molto ben congegnata: a danno non solo dei cittadini meridionali ma anche - alla luce di queste disposizioni- degli altri del Centro-Nord. E, a proposito della tanto evocata efficienza, come si potrà mai più fare una spending review se le casse del Lombardo-Veneto sono comunque sigillate? Si può decidere tutto questo con un passaggio in Consiglio dei Ministri e un voto, di mera ratifica, politicamente blindato in Parlamento, consegnando poi tutti i poteri attuativi a Commissioni Paritetiche Stato-Regioni? Comunque la si pensi nel merito dei tantissimi contenuti del maxi-provvedimento, la risposta non può che essere un secco no. Per ragioni di contenuto; e per la completezza e la trasparenza del nostro processo democratico di formazione della decisione. Le notizie sulle accese discussioni in corso nei gruppi parlamentari dei 5 Stelle potrebbero indicare che questa consapevolezza si sta diffondendo. E non sarà la gentile concessione del passaggio in Parlamento, novità annunciata ieri dai protagonisti, a togliere da questo testo tutti i crismi di segretezza e irreversibilità che ha.
Vedremo. 
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