Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Nuovi obblighi/ Le case green e l'impatto sulle banche

di Angelo De Mattia
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Lunedì 13 Febbraio 2023, 00:01

Non è secondario esaminare il progetto di Direttiva Ue per l’efficienza energetica degli edifici, visto che il 13 marzo sarà sottoposto al voto plenario dell’Europarlamento - anche per le ricadute sulle banche e la relativa clientela, naturalmente avendo presente che oltre il 70% del patrimonio immobiliare italiano sarà interessato sin dai primi obblighi previsti. Le decisioni della Commissione non hanno mutato la sostanza del progetto, il quale stabilisce che la maggior parte degli immobili, con alcune circoscritte deroghe, dovrà raggiungere in tutta Europa la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, a fronte della condizione zero emission che dovrà essere raggiunta nel 2050. L’auspicio è che il Parlamento apporti alla proposta le modifiche necessarie finora disattese, e che l’attivazione successiva del “trilogo” - ovvero l’esame di Commissione, Consiglio e Parlamento Ue - completi adeguatamente la revisione, tenendo conto massimamente delle peculiarità dei patrimoni edilizi nazionali, a cominciare da quello italiano. Non è qui in questione l’obiettivo, ma lo sono i tempi, i modi, le risorse e il ruolo dei singoli Stati con i quali conseguirlo. L’Ance calcola che fino al 2033 saranno coinvolti nell’adeguamento 2 milioni di edifici. Ebbene, si dovrà fare i conti con una “trappola” sulla strada della riforma. Infatti, il completamento richiederebbe un numero enorme di anni; tuttavia, rebus sic stantibus, accorciare i tempi sarebbe decisamente antitetico alla necessità di un’attuazione del progetto realistica, graduale, rispettosa dei principi della ragionevolezza e proporzionalità, trattandosi, insomma, di una proposta che deve fare i conti con la storia, le risorse e il tempo. 

Le banche, dal canto loro, sono in netta ripresa. Nello scorso anno hanno registrano complessivamente un aumento della redditività del 40% circa, grazie principalmente all’aumento dei tassi determinato dalle decisioni della Bce. La maggiore redditività è una buona notizia per la stabilità del settore che segnala pure, nel complesso, una sana e prudente gestione. Ma va tenuto presente che aumenterà anche la remunerazione sulla raccolta del risparmio e che non sono da escludere, come il governatore Ignazio Visco ha detto al congresso Assiom-Forex, incrementi anche significativi delle rettifiche su crediti. Si porrà, insomma, il problema dell’adeguatezza dei patrimoni degli istituti, soprattutto in casi specifici. Larga parte dei debiti delle imprese è a tasso variabile che ora, a seguito delle misure Bce, colpisce anche le famiglie per i mutui contratti, per esempio, per l’acquisto di abitazioni.

Pesano pure disposizioni miopemente restrittive della Vigilanza Bce e dell’Eba, l’authority bancaria europea, sulla qualificazione della condizione di default dei soggetti affidati dalle banche. Più in generale, è fondamentale la crescita dell’economia perché le banche possano svolgere al meglio il loro compito: è la ragione per la quale posizioni avvedute nel mondo del credito, a cominciare da quelle espresse dal presidente Abi, Antonio Patuelli, vedevano con perplessità un ulteriore aumento dei tassi di riferimento da parte della Bce ritenuto in contrasto con l’esigenza di dare impulso al rilancio. E dunque, luci ed ombre accompagnano il miglioramento della redditività delle banche. 

In questo scenario, ancor più rilevante sarebbe l’impatto sulle banche e sui clienti delle misure non calibrate e non articolate nel tempo per la maggiore efficienza degli edifici, dati i loro riflessi , in relazione all’adeguamento alla prescritta classe energetica, sul valore delle garanzie immobiliari prestate per l’acquisto di abitazioni e sulla stessa valutazione degli immobili direttamente o indirettamente posseduti dagli istituti. Ma gli impatti si registreranno ovviamente anche nelle compravendite e nelle altre forme di disposizione degli immobili. Ciò anche se non si dovesse prevedere una precisa norma che stabilisca la necessità di essere in regola con la classe per poter comprare o vendere un appartamento/edificio, perché di fatto sarà il mercato a stabilire una tale condizione.

In ogni caso, mentre le cronache danno notizia di meccanismi che si stanno progettando, quale quello prospettato da società che curerebbero la messa in regola dell’edificio e che per rientrare della spesa caricherebbero l’onere rateizzato sulle bollette energetiche (“pay as you save”), tra i diversi problemi da risolvere negli sviluppi della vicenda vi è anche quello, fondamentale, dei suddetti impatti sulle banche e sui clienti, a cominciare dai mutuatari: sarebbe paradossale che l’ineludibile progetto per la sostenibilità ambientale avesse però diramazioni di grave insostenibilità finanziaria e sociale. Perciò sarà necessaria, a maggior ragione se si tiene conto di altre penetranti misure di origine europea come quelle sui motori e sul riscaldamento, prevedere un intervento di sostegno pubblico che veda partecipe anche l’Unione, ad esempio attraverso una forma circoscritta di messa in comune delle occorrenti risorse comunitarie e della relativa raccolta.

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