Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Il caso Ita-Lufthansa/ Le condizioni per un vero antitrust europeo

di Angelo De Mattia
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Aprile 2024, 00:06

È l’Antitrust europeo ora “sub iudice”. Benché non fosse prevedibile un completo “via libera”, da parte della Direzione Concorrenza della Commissione europea, all’aggregazione di Ita con Lufthansa che per ora si appresta a entrare nella Compagnia italiana con il 41 per cento (325 milioni) , tuttavia non era ipotizzabile il complesso di obiezioni, condizioni e rinunce riguardanti, tra l’altro, 39 rotte, che Bruxelles chiede perché l’operazione possa decollare.
Le cronache riportano che il presidente di Ita, Antonio Turicchi, parlando a proposito delle rotte intercontinentali, ha osservato che è eccessivo che 8 su 15 siano ritenute problematiche dalla Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.
I rilievi mirano, nella posizione della Commissione, a evitare un aumento dei prezzi e un abbassamento della qualità dei servizi, che vengono temuti, a seguito dell’asserita riduzione della concorrenza in una serie di rotte, donde la richiesta di “rimedi” a cui dovrebbe essere dato riscontro entro il 26 aprile. Il collegamento non è chiaro tra la suddetta riduzione, che andrebbe meglio dimostrata anche con riferimento a un contesto adeguato, e l’impatto sulle prestazioni. 
Naturalmente, a tutto ciò è ovviamente collegata pure la condizione della compagine del personale che va tutelata, donde la necessità che dei riflessi su di essa si tenga pure conto nelle revisioni anzidette. La replica del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alle richieste di Bruxelles va considerata non tanto per la sottolineatura dei dieci mesi di discussione con Bruxelles sull’operazione, fin qui inconcludenti - che possono essere molti, come qui si ritiene, o no - quanto per l’opposizione, che se ne deve dedurre, alla costituzione di un campione europeo nel settore che possa competere con i colossi internazionali. Questo è un punto centrale e riguarda proprio il mercato di riferimento che, soprattutto per i voli, non può prescindere dal contesto globale.

Approvare le fusioni preservando la concorrenza, come la Vestager dice di aver fatto in numerose altre concentrazioni? E’ facile affermarlo, ma, se si scende nel concreto, allora la numerosità dei rimedi richiesti, nel nostro caso, rischia di ledere la costituzione di società in grado di confrontarsi ad armi pari sul teatro internazionale.
Di qui la necessità di agire su due versanti: da un lato, occorre, in un confronto serrato con Bruxelles, argomentare come i tagli da effettuare nell’operazione in questione, nel numero proposto, contraddirebbero le finalità della stessa programmata fusione.

Una mediazione realistica e conclusiva è, dunque, necessaria; dall’altro, bisogna aprire la riflessione sulle regole che non possono essere costruite di volta in volta, ma debbono essere chiare, predeterminate, adeguate, proporzionate, ragionevoli, incentrate pure, in relazione alla potenzialità della fusione, sullo scenario internazionale. Diversamente, a quest’ultimo proposito, ci si relega in una visione circoscritta a un ambito europeo, in un possibile ruolo di subalternità in particolari settori, a maggior ragione ora che si deve imboccare la transizione digitale e quella ecologica nelle quali i settori stessi sono primariamente coinvolti. Ciò vale anche, ovviamente, in diversi altri campi, come in quello bancario con la necessità, per esempio, di fronteggiare i possibili sviluppi dell’operare dei colossi Big Tech. Ma occorre, altresì, scorporare la funzione antitrust dalla Commissione. E’ una funzione che, come quella italiana, va esercitata da un’Autorità costituita ad hoc; non vi possono essere commistioni con altre funzioni di amministrazione attiva. Un Antitrust comunitario in un’apposita Authority che goda di autonomia e indipendenza, ma sulla base di una regolamentazione che abbia i caratteri e la trasparenza accennati. È sperabile che gli organi e le istituzioni, la cui composizione conseguira’ alle votazioni europee, prendano in serio esame questo argomento. Intanto, come detto prima, occorre contrarre i tempi delle decisioni su Ita-Lufthansa, anche perché, durando questa situazione di “surplace”, ritornano in campo progetti forse troppo rapidamente abbandonati a suo tempo, quale quello di Msc di Aponte. La condizione della permanenza in mezzo al guado è la peggiore possibile. Da essa bisogna uscire e la Commissione deve prendere atto che si impone una convergenza, alla quale è ipotizzabile che, se ragionevole, il Governo non si sottrarrebbe. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA