COVIP Report 2023: risultati positivi per tutte le tipologie di forme pensionistiche

COVIP Report 2023: risultati positivi per tutte le tipologie di forme pensionistiche
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:00

Covip ha presentato i principali dati statistici relativi alla previdenza complementare aggiornati al mese di dicembre 2023

Le posizioni in essere

Alla fine del 2023, le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari sono 10,7 milioni, il 4 per cento in più rispetto alla fine del 2022. A tali posizioni, che includono anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti di 9,610 milioni (+4 per cento). I fondi negoziali registrano 211.000 posizioni in più rispetto alla fine dell’anno precedente (+5,5 per cento), per un totale che supera i 4 milioni. Gli incrementi maggiori continuano a rilevarsi nel fondo rivolto al settore edile (+87.700 posizioni), destinatario dell’adesione contrattuale di lavoratori attraverso il versamento di un contributo, ancorché di importo modesto, a carico del solo datore di lavoro, e nel fondo del pubblico impiego (+37.600 posizioni), per il quale è attiva l’adesione anche tramite silenzio-assenso per i lavoratori di nuova assunzione; segue il fondo destinato al settore del commercio, turismo e servizi (+15.700 posizioni). Nelle forme pensionistiche di mercato, si contano 109.000 posizioni in più nei fondi aperti (+5,9 per cento) e 83.000 in più nei PIP (+2,2 per cento); alla fine dell’anno, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 1,950 milioni e 3,781 milioni.

Le risorse in gestione e i contributi

Le risorse destinate alle prestazioni totalizzano 222,6 miliardi di euro, in crescita dell’8,2 per cento rispetto ai 205,6 miliardi di fine 2022. Circa i tre quinti dell’incremento è dipeso dal miglioramento dei corsi dei titoli in portafoglio; il resto è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite. L’attivo netto è di 67,9 miliardi di euro nei fondi negoziali, aumentato dell’11,1 per cento rispetto alla fine dell’anno precedente; esso si attesta a 32,6 miliardi nei fondi aperti e a 49,9 miliardi nei PIP, rispettivamente, il 16,3 e il 9,8 per cento in più nel confronto con la fine del 2022. Nel corso del 2023 l’ammontare dei contributi incassati da fondi negoziali, fondi aperti e PIP è pari a 14,7 miliardi di euro, in crescita del 5,7 per cento sul 2022.

L’incremento risulta del 7,7 per cento nei fondi negoziali e del 7,4 nei fondi aperti, mentre è minore nei PIP (2,3 per cento).

I rendimenti

Nel 2023 tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti registrano in media risultati positivi, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria. Per i comparti azionari si riscontrano rendimenti in media pari al 10 per cento nei fondi negoziali, all’11,3 nei fondi aperti e all’11,4 nei PIP. Nelle linee bilanciate i risultati sono in media pari al 6,9 per cento nei fondi negoziali, all’8,3 nei fondi aperti e al 7,1 nei PIP; più contenuti sono i rendimenti dei comparti obbligazionari e garantiti. Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più coerenti con le finalità del risparmio previdenziale, negli ultimi dieci anni (da inizio 2014 a fine 2023) i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4-4,5 per cento per tutte le tipologie di forme pensionistiche; per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra il 2 e il 3 per cento. Le linee garantite e quelle obbligazionarie mostrano invece rendimenti medi vicini allo zero o di poco superiori; le gestioni separate di ramo I dei PIP, che contabilizzano le attività al costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento dell’1,8 per cento. Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4 per cento.

Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto agli altri e al TFR. Per ciascuna tipologia di linea di investimento, i fondi negoziali mostrano nel complesso una dispersione dei rendimenti dei singoli comparti inferiore a quella che registrano fondi aperti e PIP.

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