È dedicata alla riforma del reddito di cittadinanza la parte più consistente del nuovo decreto del governo. Complessivamente la spesa per lo Stato si riduce e il meccanismo è reso più selettivo per quanto riguarda l’atteggiamento del beneficiario rispetto ad un’offerta di lavoro.
Basterà rifiutarne una per perdere il diritto al sussidio (mentre finora si doveva arrivare a due per la decadenza). Il nuovo assegno di inclusione (500 euro mensili incrementabili in base alla composizione della famiglia) è riservato ai nuclei con almeno un componente minorenne, disabile o di età superiore ai 60 anni. Gli altri, potenzialmente avviabili al lavoro, potranno ricevere invece 350 euro mensili.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout