Il volantino non va in soffitta: chi non lo usa perde il 30% dei clienti

Lo rivela un’indagine condotta dalla Format Research e RGR Comu¬nicazione Marketing sui comportamenti di 2000 famiglie dopo il lockdown. Il volantino resta lo strumento più credibile e accomuna diverse generazioni

Il volantino non va in soffitta: chi non lo usa perde il 30% dei clienti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Aprile 2022, 16:38

I cari e nostalgici volantini, nonostante siano bistrattati e snobbati dai giovani manager o dai realizzatori delle campagne marketing, hanno ancora una grandissima efficacia pubblicitaria. Insomma, resistono al cambiamento dei tempi e continuano a essere centrali nella diffusione di un messaggio. Una recente indagine condotta dalla Format Research e RGR Comunicazione Marketing rivela, infatti, che resta uno strumento fondamentale per attirare clienti nei propri negozi: “Chi taglia budget ai volantini -spiega Luigi Senese dello studio Senese- rischia un 30% in meno di presenze nel proprio punto vendita. E sbaglia chi pensa che questo dato sia frutto, diciamo così, di una questione generazionale”.

L’indagine ha studiato a fondo i comportamenti di acquisto di 2000 famiglie italiane dopo il lockdown e ha analizzato la loro risposta agli stimoli provenienti dai diversi canali di comunicazione nelle principali categorie di prodotti di largo consumo come il food, il bricolage, i casalinghi, gli elettro-domestici e il materiale tecnologico. E per comprendere a quali mezzi il consumatore presta veramente attenzione, quali considera realmente utili, la ricerca ha ascoltato direttamente gli utenti finali e la risposta è stata chiarissima.

Fedeli o infedeli, giovani o diversamente giovani, cittadini o campagnoli, nordici o sudisti, i consumatori italiani hanno risposto in modo trasversale e omogeneo alla domanda, decretando in modo evidente la superiorità assoluta del classico volantino cartaceo rispetto a ogni altro media: “Noi ne distribuiamo circa 130 milioni ogni anno -afferma Luigi Senese- e ci rendiamo conto che il loro uso è fondamentale nelle scelte quotidiane. I volantini si comparano per catturare l’offerta migliore, restano in casa dai due ai sette giorni, in famiglia vengono visti da più persone ed a volte svolgono quasi una funzione sociale perché creano argomenti di discussione fra nonni e nipoti”.

Oltre la metà degli italiani, spiega ancora la ricerca, per essere informati sulle promozioni, preferisce ricevere un volantino cartaceo rispetto ad altri mezzi di comunicazione. “Dal negozio di quartiere alla grande insegna retail tutti potrebbero coglierne i vantaggi, progettando nuovi volantini realizzati con materiali e grafica che sfruttano i principi della semiotica moderna”.

Ma non solo. Anche la tecnologia può essere utilizzata a supporto dei volantini: “Chi ha paura di investire nei volantini -dice Luigi Senese- pensa che la loro consegna spesso non abbia raggiunto il consumatore perché distribuiti senza analisi dettagliata del territorio, questo oggi è impossibile”.

Impossibile perché vengono adottate contromosse decisive: “Superati i rilievi relativi alla privacy -sostiene Luigi Senese- la diffusione dei volantini è ora geolocalizzata. Sappiamo dunque se i volantini raggiungono realmente le zone indicate. che, come concordato con i clienti, è elemento strategico perché il materiale ha efficacia massima in proporzione alla vicinanza con il punto di vendita. Poi c’è anche il rilievo fotografico, altro modo sviluppato per accertare la consegna mirata, dei volantini. Non si scappa, il lavoro viene svolto e viene eseguito secondo le indicazioni concordate ed i target da raggiungere”.

Senza sottovalutare l’elemento relativo alla fiducia che i consumatori riversano nei volantini. La ricerca dice con chiarezza che non solo c’è ampia soddisfazione ma anche che si accetta più volentieri il prezzo lì indicato, con tutti i vantaggi che ne seguono in termini di sostegno ai fatturati e alla fedeltà dei consumatori. “Per converso -conclude Luigi Senese- tagliare sulla comunicazione via flyer per contenere il budget porterebbe immediatamente a una diminuzione della soddisfazione dei clienti, principalmente di quelli poco fedeli (e quindi più propensi a cambia-re negozio) e renderebbe i negozi stessi più vulnerabili alla concorrenza. Quanto? Tanto, tantissimo: la ricerca evidenzia infatti che lo store traffic potrebbe calare in una misura oscillante tra il 30% e il 40%. Un’enormità”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA