Tim, soci in manovra: fondo canadese sale al 3,1%

Tim, soci in manovra: fondo canadese sale al 3,1%
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Martedì 29 Gennaio 2019, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 00:34
Sono assestamenti, ma possono nascondere tattiche, schemi e alleanze in vista del 29 marzo, quando l'assemblea di Tim deciderà sulla richiesta dei francesi di Vivendi di sostituire cinque componenti del cda eletti con la lista del rivale Elliott. Dalle partecipazioni rilevanti pubblicate da Consob è emerso che il Canada Pension Plan Investment Board ha comprato azioni della compagnia telefonica, salendo al 3,133% dal 2,33% detenuto a inizio maggio,  quando si schierò con il fondo americano.

Gli acquisti sono favoriti dalla debolezza del titolo, che in Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,24% a 0,459 euro. Dal 17 gennaio, quando valeva 0,526 euro, Tim ha perso il 12,8%. A innescare il crollo sono state le stime sul bilancio 2018 e le previsioni su quello del 2019, entrambe deludenti. Nella guerra fra i due contendenti, cioè fra Vivendi (socio al 23,9%) ed Elliott (8,8%), il terreno di scontro è sopratutto la prospettiva di creare una rete unica, che nascerebbe da una fusione tra quella di Tim e Open Fiber. Il progetto, che piace al governo italiano, è appoggiato dal fondo americano, ma è osteggiato dal gruppo francese. In attesa degli eventi, il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, ha preferito non sbilanciarsi più di tanto. «Certamente - ha spiegato - si tratterebbe di una soluzione che escluderebbe il rischio di un'inefficiente duplicazione di investimenti, anche se non si avrebbero i vantaggi di una competizione infrastrutturale». A indicare la rotta di Tim dovrà essere l'ad Luigi Gubitosi, scelto da Elliot dopo la defenestrazione di Amos Genish, e chiamato alla guida di Tim malgrado la contrarietà di Vivendi. L'occasione sarà il nuovo piano industriale, che verrà presentato il 21 febbraio.



 
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