Il governo tende la mano agli statali e nella Nadef si impegna a finanziare i rinnovi dei contratti del pubblico impiego, scaduti da 20 mesi. Nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza si legge che nella prossima legge di bilancio «saranno destinate risorse per le cosiddette politiche invariate, quali quelle relative ai rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione oltre ad altre spese necessarie per preservare la continuità dei servizi pubblici». Di più. «Sempre nell’ottica di un recupero del reddito disponibile delle famiglie, la legge di bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego, con una particolare attenzione al settore sanitario», precisa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. L’ipotesi di rinnovo dell’accordo dei medici per il triennio 2019-2021 è stato appena sottoscritta dall’Aran (l’agenzia che negozia i rinnovi per conto del governo) e i sindacati. Riguarda 134.600 camici bianchi: previsti aumenti pari in media a 289 euro al mese. Ora tocca al periodo 2022-24. Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, avrebbe chiesto sei miliardi di euro per far sedere i sindacati al tavolo delle trattative per il rinnovo. Se si considerano anche le risorse necessarie per gli aumenti della sanità e dei dipendenti locali, rispettivamente a carico delle Regioni e dei Comuni, l’asticella sale a dodici miliardi di euro. Nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza non ci sono però cifre a cui aggrapparsi. Del resto il numero uno di Palazzo Vidoni lo aveva già annunciato nei giorni scorsi: per avere un’idea precisa delle risorse che il governo avrà effettivamente a disposizione per rinnovare i contratti dei dipendenti pubblici bisognerà aspettare il nuovo patto di stabilità europeo.
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L’ATTESA
Insomma la partita è ancora tutta da giocare e difficilmente prima della fine di ottobre gli statali conosceranno quale destino li attende.
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