Stangata di 1.500 euro a famiglia: è l’effetto dell’inflazione al 4,8%

I rincari dell’energia si abbattono sui consumatori. Istat: «Un dato mai così elevato da venticinque anni»

Stangata di 1.500 euro a famiglia: è l’effetto dell’inflazione al 4,8%
di Giusy Franzese
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Martedì 22 Febbraio 2022, 22:14 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 07:16

Una fiammata, di quelle che ci si potrebbe ustionare. E che purtroppo, viste anche le tensioni geopolitiche, non sarà facile domare a breve. Il drago inflazione non solo si è risvegliato ma adesso minaccia le tasche dei cittadini con un balzo che ci fa tornare indietro al 1996, quando ancora non avevamo lo scudo euro: +4,8% a gennaio scorso rispetto allo stesso mese del 2021 (+1,6% su base mensile). Per chi vive di reddito fisso, stipendio o pensione, è un’autentica stangata. A maggior ragione se dovessimo rimanere su questi livelli per molti mesi ancora. Già così, comunque, l’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +3,4% per l‘indice generale (+1% per la componente di fondo).

Ovviamente restiamo lontani dai rialzi a due cifre della metà degli anni ‘70 e dei primi anni ‘80 che ridussero drasticamente il potere d’acquisto delle famiglie italiane, ma l’impatto nei bilanci familiari si inizia a sentire in modo chiaro e forte.

Secondo i conti delle associazioni dei consumatori l’accelerazione dell’inflazione porterà aggravi dai 1.400 ai 1.800 euro all’anno, a seconda della composizione del nucleo familiare (la media è 1.500 euro). È quasi come se “sparisse” più di un intero stipendio. 

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Bollette e spesa

Ad incendiare i dati sono i rincari energetici. Basta dare uno sguardo alle ultime bollette di luce e gas per rendersene conto. Nonostante le misure messe in campo dal governo il conto finale rispetto a pochi mesi fa è praticamente raddoppiato. E hai voglia a stare attento alla lampadine lasciate accese nelle stanze vuote o a far partire gli elettrodomestici fuori dagli orari di punta: accorgimenti importanti, ma certamente non sufficienti ad arginare i rincari. Basti pensare che da un mese all’altro (gennaio 2022 su dicembre 2021) i prezzi degli “energetici regolamentati” sono cresciuti del 43,8%. 

E se il raffronto è su base annua (gennaio 2022 su gennaio 2021) il balzo è addirittura del 94,6%. Ma corrono, sebbene in misura minore, anche i prodotti alimentari (+3,4% su base annua, +1,6% rispetto a dicembre) e le bevande analcoliche. E accelerano anche i prezzi dei mobili (da +1,7% a +2,4%), di ricreazione, spettacoli e cultura (da +0,1% a +1,2%) e dei servizi ricettivi e di ristorazione (da +3,5% a +4,3%). 

Il packaging

I rincari in alcuni casi portano a situazioni paradossali: costa più il packaging che il contenuto. Accade ad esempio - denuncia Coldiretti - con le bottiglie di passata di pomodoro: in una confezione in vendita a 1,3 euro solo l’8% è il valore del succo, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% quelli della bottiglia stessa, il 3% il tappo e l’etichetta, il 53% il margine della distribuzione commerciale, il 2% la pubblicità, il 6% i trasporti. 

Il caro-vita coinvolge l’intera penisola. Ma non in modo uniforme. Le più colpite sono le Isole (+5,5%), seguite da Nord-est (+5,4%) e Sud (+5%). Le regioni centrali sono allineate al dato medio nazionale (+4,8%): è così per il Lazio, le Marche, l’Umbria e la Basilicata. L’inflazione si fa sentire anche nel Nord-Ovest ma in modo leggermente più contenuto: +4,3%. In molti casi i produttori finora hanno “assorbito” i rincari energetici, cercando di non trasferirli sul prodotto finale. Ma - avvertono le grandi catene di distribuzione - non potrà continuare così a lungo.

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