Snam, inoltre, prevede di raddoppiare a 400 milioni di euro gli investimenti nei business della transizione energetica. Allo scopo ha effettuato due acquisizioni, una già perfezionata e l'altra in via di definizione, nelle infrastrutture di biometano e prevede il lancio di una «business unit» sull'idrogeno. L'incremento più significativo riguarda il settore del biometano da rifiuti organici, scarti agricoli e agro-industriali, che avrà un ruolo strategico nel percorso di decarbonizzazione su cui Snam «punta a supportare e accelerare l'evoluzione del mercato italiano anche investendo, tramite proprie controllate, nelle infrastrutture e nella realizzazione di impianti». Sono previsti investimenti per circa 250 milioni rispetto a 100 milioni del precedente piano per realizzare impianti per una capacità installata superiore ai 40 Megawatt.
In aumento anche l'efficienza da 60 a 65 milioni di euro a fine piano, mentre sono «in forte riduzione», si legge in una nota, le emissioni, previste in calo del 40% per il
metano al 2025, e del 40% per la CO2 equivalente, dirette e indirette, al 2030.
«Rafforziamo il ruolo di Snam nella transizione energetica - ha commentato l'amministratore delegato Marco Alverà - e proseguiamo il percorso di crescita e di remunerazione degli azionisti». In particolare, l'attenzione del gruppo è
focalizzata su «efficienza, qualità del servizio, riduzione delle emissioni e sviluppo dei territori».
Il numero uno di Snam, inoltre, ha fatto sapere che la società « potrebbe investire fino a 40 milioni a Taranto nell'ambito di progetti per la transizione energetica». Anche se ha precisato che il gruppo «non opera nell'acciaio».
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