Reddito di cittadinanza, stop per altri 32mila assegni. Arrivano gli sms dell’Inps: nel testo il nuovo sostegno

Record delle revoche in Sicilia e Campania. Entro dicembre altre 40 mila cancellazioni

Reddito di cittadinanza, stop per altri 32mila assegni. Arrivano gli sms dell’Inps
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 25 Agosto 2023, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 11:35

Continua a svuotarsi la platea del reddito di cittadinanza. Sono 32.850 i nuclei con componenti occupabili che ad agosto hanno esaurito i sette mesi di sussidio previsti dall’ultima legge di bilancio e che quindi, a settembre, dovranno dire addio all’assegno.

A loro arriverà un sms di avviso da parte dell’Inps. I nuclei in uscita dal reddito di cittadinanza non hanno al loro interno minori, over 60 o disabili, altrimenti continuerebbero a ricevere l’aiuto fino a dicembre, ovvero fino a quando è previsto il passaggio di testimone con l’Adi, l’assegno di inclusione. 

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Il Supporto per la formazione e il lavoro, un contributo di 350 euro al mese per un anno destinato agli occupabili in condizione di svantaggio economico che cercano lavoro e partecipano a percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale, decollerà invece il mese prossimo. 


IL TESTO
«Gentile utente, il 31 agosto terminerà il suo periodo di fruizione del Rdc. Dal 1° settembre parte la nuova misura Supporto formazione e lavoro», ecco cosa ci sarà scritto nel messaggio dell’Inps. 
Le famiglie che riceveranno l’avviso via sms si concentrano in Sicilia (nella regione se ne contano quasi 9 mila in tutto) e Campania (poco più 8mila).

Numeri più contenuti nel Lazio, dove l’asticella si ferma a tremila nuclei, mentre in Calabria arriva a 2.900 e in Puglia a 2.600. 

Ma ad agosto già 159 mila nuclei hanno dovuto dire addio al reddito di cittadinanza e anche in questo caso ad avvertirli era stato un sms dell’Inps. Di questi, 112 mila risultano compatibili con l’attivazione del patto per il lavoro. Tra settembre e dicembre l’Inps prevede di accompagnare alla porta altre 40 mila famiglie percettrici del sussidio dei grillini. Chiaramente i destinatari degli sms dell’istituto di previdenza possono presentare la domanda per il Supporto per la formazione e il lavoro e, se hanno i requisiti per accedervi, potranno essere avviati come detto a un percorso di professionalizzazione e di inserimento lavorativo durante il quale, per un massimo di 12 mesi, potranno ricevere un contributo di 350 euro mensili. 


Sui siti istituzionali del ministero del Lavoro e dell’Inps sono già presenti le informazioni per accedere alla nuova prestazione e le Faq nelle quali sono riportate alcune informazioni per la gestione della fase transitoria. Il Supporto per la formazione e il lavoro va richiesto per via telematica all’Inps o rivolgendosi ai patronati. 


LE DOMANDE
Mentre dal primo gennaio del 2024 si potrà fare domanda pure nei Caf, i Centri di assistenza fiscale. Con la domanda di Sfl il richiedente rilascia anche la dichiarazione di immediata disponibilità (Did) a partecipare a percorsi di politica attiva e ad accettare offerte di lavoro congrue. Il richiedente riceve l’accettazione della sua istanza attraverso il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Tramite questa piattaforma si sottoscrive poi il patto di attivazione digitale. La sottoscrizione del patto di servizio personalizzato e la presa in carico del beneficiario del Sfl potrà essere effettuata pure dai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro. E potranno essere coinvolte le agenzie per il lavoro e gli enti autorizzati all’attività di intermediazione.

A differenza del reddito di cittadinanza, poi, il Supporto per la formazione e il lavoro prevede che le erogazioni degli importi spettanti partano solo dopo che l’Inps abbia ricevuto conferma di partecipazione ai percorsi di politica attiva. Tutte le attività di apprendimento del Sfl dovranno essere finalizzate al conseguimento di competenze specifiche e, alla loro conclusione, dovranno essere rilasciate attestazioni di trasparenza dei risultati di apprendimento conseguiti. In quattro anni il reddito di cittadinanza è costato più di 31 miliardi di euro. 


Solo nel 2022 sono stati spesi per il reddito e la pensione di cittadinanza circa 8 miliardi di euro. Questo è il quadro che emerge consultando i dati degli Osservatori Inps sulla misura di contrasto alla povertà. A partire dallo scorso gennaio, quindi dopo la prima stretta introdotta dal governo Meloni con la legge di bilancio e l’entrata in vigore del limite dei sette mesi di fruibilità del sussidio, le richieste per la prestazione si sono fortemente ridotte.
 

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