Mutui, in Italia il costo è più alto di Germania, Francia e Spagna

Accelerata nel 2023

Mutui, in Italia il costo è più alto di Germania, Francia e Spagna
di Rosario Dimito
3 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Agosto 2023, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 12:22

Finora il governo si è limitato a guardare i dati delle banche italiane, mettendo nel mirino i super ricavi realizzati con i tassi d’interesse sui mutui alle famiglie. Da qui la stangata sugli extra-profitti con una tassa del 40% entro il tetto dello 0,1% del totale attivo che gli istituti puntano ad alleggerire. Nessun accenno, fra le motivazioni che hanno spinto l’esecutivo a varare la discussa manovtra fiscale sugli extra profitti degli istituti, al confronto internazionale. Eppure, se il premier, Giorgia Meloni, si limitasse a un rapido sguardo alle statistiche della Banca centrale europea, si accorgerebbe che le banche del nostro Paese hanno spinto l’asticella dei tassi, dopo l’aumento del costo del denaro, molto più in alto rispetto a quanto fatto nel resto d’Europa.

I dati dicono che chi chiede, oggi, un mutuo per comprare casa dentro i nostri confini della Penisola trova le peggiori condizioni dell’area euro. Nel biennio scorso non era così. Nel 2021 nel nostro Paese si acquistava una casa con mutuo a un tasso medio dell’1,40%, praticamente alle stesse condizioni degli altri paesi del Vecchio continente. Appena due anni dopo, però, si è creato un divario che non sembra trovare alcuna giustificazione nelle logiche di mercato né per quanto concerne i rischi, rimasti inalterati. Anzi: se si guarda alla congiuntura, la crescita economica dell’Italia, in questi due anni, è stata superiore a quella degli altri big europei. Sta di fatto che oggi il Belpaese, con il suo 4,23% medio, registra il tasso più alto praticato in Europa dalle banche sui mutui alle famiglie. Decisamente condizioni più favorevoli, invece, si riscontrano nel resto dell’euro zona: se nel 2021, Germania, Spagna e Francia, a esempio, registravano dei tassi vicini a quelli italiani, lo stesso non si è registrato nel 2022 e, ancor di meno nel 2023. Infatti, mentre in Italia l’anno scorso veniva applicato un tasso medio del 3,34%, in Spagna era sufficiente il 2,91% e in Francia addirittura il 2,05% con un gap di 129 punti base. Ancora più evidenti le differenze nel 2023: i dati dell’Eurotower aggiornati al 31 maggio indicano che, con un tasso medio del 4,23%, in Italia abbiamo una differenza di 52 punti base rispetto a Germania e Spagna e di 135 punti rispetto alla Francia. 

Dove risiedono i motivi di questi anomali spread sui tassi per i mutui casa in Europa? Sembra difficile, come accennato, trovare spiegazioni ragionevoli nell’ambito dei parametri di rischio di credito.

Se si guarda in particolare al confronto con la Germania, l’anno scorso le banche italiane offrivano condizioni sui mutui più convenienti rispetto alla concorrenza tedesca: 3,34% contro 3,52%. Nell’arco di pochi mesi, durante i quali la Bce ha portato il costo del denaro da zero al 4,25%, si è ribaltato tutto con lo spread di 18 punti favorevole all’Italia ora in terreno negativo per 52 punti. La sensazione è che le banche italiane, 45 miliardi di margine d’interesse nel 2022 (su 88 miliardi di fatturato totale), grazie al quale gli utili hanno oltrepassato la vetta dei 25 miliardi, abbiano spinto un po’ troppo sulla leva dei tassi per massimizzare i profitti, lasciando contemporaneamente la remunerazione dei conti e depositi della clientela a livelli bassissimi. Quella offerta dalla Bce era una formidabile occasione, per i banchieri, per macinare proventi straordinari. Ma ai piani alti dei big del credito non avevano messo in conto la mannaia fiscale del governo Meloni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA