Pil, Salvini: avanti con la flat tax. Di Maio: ora aumentiamo i salari. Tria: possibile crescita oltre +0,2%

Luigi Di Maio Matteo Salvini
5 Minuti di Lettura
Martedì 30 Aprile 2019, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 17:57

«I dati positivi sul pil, sul lavoro e sulla ripresa economica impongono al governo una doverosa e sostanziale riduzione delle tasse. È obbligatorio realizzare al più presto la flat tax per imprese, lavoratori e famiglie, come da contratto di governo, senza dubbi o ritardi». Lo afferma il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno Matteo Salvini. «Aumenta il lavoro, sorpattutto per i givoani. Col superamento della legge Fornero e il taglio delle tasse e della burocrazia a cui stiamo lavorando, contiamo su risultati ancora migliori», aggiunge Salvini.

LEGGI ANCHE Pil +0,2, Italia fuori dalla recessione
LEGGI ANCHE La disoccupazione scende al 10,2%


«Domani potremo festeggiare il primo maggio con dati positivi: l'Istat ci dice che l'Italia è fuori dalla recessione con +0,2%», afferma il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio. «Andiamo avanti come un treno verso il cambiamento», aggiunge. «Il lavoro è ripartito, dopo anni l'occupazione torna a crescere, come i contratti stabili e scende la disoccupazione giovanile. I dati certificati dall'Istat sono un primo importante risultato. Continuiamo così. Ora il salario minimo e aumento degli stipendi degli italiani», prosegue il vicepremier.

L'andamento del Pil nel primo trimestre «lascia intravedere che la previsione di crescita annuale (0,2% in termini reali) indicata nel Def possa essere raggiunta e anche superata se il contesto internazionale sarà moderatamente favorevole». Lo afferma il ministro dell'Economia Giovanni Tria. «L'Italia è fuori dalla recessione - spiega -. La stima dell'Istat evidenzia come l'economia italiana abbia quasi integralmente recuperato la caduta del Pil registrata nella seconda metà del 2018». 

«Occupazione ai massimi da aprile 2008, disoccupazione generale giù di 0,4 punti, quella giovanile ai minimi dal 2011. Non basta, certo, ma stiamo cambiando il mondo del lavoro: la crescita dei posti stabili lo dimostra. Anche il dato sul Pil ci dice che il Paese riparte». Così il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli.

«Accogliamo favorevolmente i dati Istat sull'occupazione che evidenziano l'andamento positivo del mercato del lavoro e dell'economia reale, e sono il frutto delle azioni che abbiamo intrapreso fin dai primi mesi di Governo. Sono certa che, grazie al grande lavoro avviato dal Ministro Luigi Di Maio, si avranno ulteriori miglioramenti quando le politiche attive messe in campo, che non hanno ancora prodotto i loro effetti, lo faranno». Così il viceministro all'Economia, Laura Castelli. «La stabilità - sottolinea Castelli in una nota - ha fatto ripartire l'occupazione, il lavoro a tempo indeterminato aumenta in modo costante da ottobre 2018. La disoccupazione giovanile, in calo, registra i dati migliori dal 2011. Proseguiamo sulla strada intrapresa, che si dimostra essere quella corretta, pensando sempre di più ai giovani». «La concretezza dell'azione di governo dimostra i suoi buoni risultati. Il decreto crescita sarà l'occasione per rinforzare e stabilizzare il percorso avviato»aggiunge poi Castelli, commentando i dati Istat sul pil.

L'Istat «certifica che l'economia italiana è sostanzialmente ferma, ma i cantori del Governo oggi festeggiano e celebrano un'uscita tecnica dalla recessione», dichiara l'eurodeputato del Partito Democratico e presidente della Commissione Affari Economici e Monetari del parlamento Ue, Roberto Gualtieri. «I dati - continua Gualtieri - fotografano un Paese immobile, o meglio immobilizzato dalle politiche di questo esecutivo che, oltre a litigare e dividersi su tutto, è riuscito a far crollare gli investimenti, a far crescere lo spread e a predisporre per dopo le elezioni una colossale stangata di tagli e tasse di cui faranno le spese tutti gli italiani. Nonostante la cruda realtà, oggi il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio senza alcuna remora afferma che "siamo fuori dalla recessione", mentre il suo alter ego della Lega, Matteo Salvini, parla di "dati positivi sul Pil". Siamo alla derisione aperta degli italiani - conclude Gualtieri - questo è, sì, il governo del cambiamento, quello che da Paese del G7 rischia di portarci al declino e alla bancarotta».  

«I governi Renzi e Gentiloni avevano riportato l'Italia davvero fuori dalla recessione, facendo salire il Pil fino all'1,5% e con la creazione di un milione di posti di lavoro. Di Maio oggi festeggia lo 0,1% dopo due trimestri negativi causati dal loro malgoverno: una presa in giro e uno schiaffo alle persone che soffrono la crisi economica e non hanno ricevuto alcun sostegno concreto in questi mesi, a partire da disoccupati e da chi ha bassi salari». Lo scrive su
facebook la vicepresidente del Pd Anna Ascani. 

«Vedo dichiarazioni trionfalistiche di Lega e M5s per una crescita tendenziale del pil dello 0,1%. Immagino saranno seguite dalle scuse per le dichiarazioni in cui ci attaccavano quando nel 2017, con noi al governo, cresceva "solo" dell'1,8%». Così su Twitter Matteo Orfini, deputato Pd.

«L'Italia resta il fanalino di coda dell'Europa per livello di crescita. Il tasso di crescita medio dell'Eurozona rilevato oggi dall'Eurostat è infatti salito del +0,4%, ovvero ad un tasso doppio di quello del nostro Paese, con la Francia che è cresciuta del +0,3% e la Spagna addirittura del +0,7%, beneficiando enormemente degli effetti delle coraggiose riforme economiche varate dal centrodestra spagnolo guidato da Mariano Rajoy». Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia. «In altre parole, l'Italia è ferma, mentre il resto dell'Europa torna a crescere», aggiunge.

Quello sul pil «è un dato positivo, ma la strada è ancora lunga», commenta segretaria nazionale della Cisl Annamaria Furlan. «Ormai siamo sempre su tutti i dati sul filo del rasoio tra la recessione e non, anche sull'occupazione tra lo zero virgola più e lo zero virgola meno - aggiunge -. Il tema è che il Paese ha rallentato la sua crescita e anche il tema dell'occupazione ne risente malamente. Dobbiamo ripartire invece su come sbloccare la crescita di questo nostro Paese». «Resta attualissima la riforma che abbiamo illustrato al Governo anche in occasione della manifestazione del 9 febbraio - spiega - sbloccare le grandi e le medie opere che continuano a essere bloccate fare investimenti su innovazione, ricerca e formazione, agendo cioè sulla tastiera della crescita. Il primo maggio lo dedicheremo anche a questo tema, il bisogno di riprendere a crescere in questo paese». 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA