Dl fisco, trovato l'accordo sul carcere per i grandi evasori. Confindustria: «Non criminalizzare le imprese»

Dl fisco, trovato l'accordo sul carcere per i grandi evasori. Confindustria: «Non criminalizzare le imprese»
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Domenica 1 Dicembre 2019, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 08:00

Trovato l'accordo per l'inasprimento del carcere per i grandi evasori. Due emendamenti dei relatori riducono l'aumento delle pene per i comportamenti non fraudolenti, come la dichiarazione infedele e l'omessa dichiarazione, e rivedono sia la disciplina della confisca per sproporzione, prevista per i reati più gravi, sia la responsabilità amministrativa delle imprese.

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Gli emendamenti sono depositati e verranno votati in serata in commissione finanze alla Camera. Obiettivo dell'emendamento, viene spiegato, è «non colpire con rigore eccessivo l'occasionale colpevole di delitti non caratterizzati da condotte fraudolente». Per quel che riguarda la confisca per sproporzione è stata limitata ai casi in cui l'evasione fiscale sia «di entità rilevante», cioè «prossima, nella maggior parte delle fattispecie, a quella di centomila euro». In ogni caso, viene precisato, la confisca per sproporzione è limitata alle persone condannate. Si parla di «sproporzione», viene aggiunto, perché la confisca riguarda «beni o altre utilità di cui il condannato non può giustificare la provenienza» e che hanno un «valore sproporzionato al proprio reddito». Per quel che riguarda la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, l'obiettivo è estenderla ad ogni ipotesi di delitto tributario, «fatti salvi i reati meno gravi, in quanto connotati dall'assenza di condotte fraudolente», cioè la dichiarazione infedele, l'omessa dichiarazione, l'omesso versamento.

Confindustria «ribadisce la profonda preoccupazione per il continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economici» riferendosi ad un emendamento al Dl Fiscale che estende l'ambito applicativo del decreto 231 ai reati tributari. «È un approccio iper repressivo» sostiene con un comunicato. E avverte: «Non è certamente questo proliferare di interventi penali, volti a criminalizzare il mondo dell'impresa, il modo corretto per combattere l'evasione e far crescere l'economia del Paese».

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