Transizione energetica, Fausto Torri (Accenture): «Un’opportunità per l’Italia: hub strategico e sostenibile»

Il responsabile dell’area Energy, Utility, Chimica e Risorse naturali di Accenture per l’Italia: «Il nostro Paese vanta competenze industriali e hi-tech eccellenti, noi aiutiamo le società a reinventarsi»

Fausto Torri, responsabile dell’area Energy, Utility, Chimica e Risorse naturali di Accenture per l’Italia
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 16:50

«II bisogno di transizione verso un mix energetico più pulito ci pone di fronte a un trilemma, ovvero alla necessità di bilanciare tre aspetti chiave: accessibilità all’energia, sostenibilità ambientale ed equità sociale». Così Fausto Torri, responsabile dell’area Energy, Utility, Chimica e Risorse naturali di Accenture per l’Italia.

Quali sono le sfide che ci attendono e le opportunità per il sistema Italia?

«L’Italia è attualmente un Paese dipendente dalle importazioni per le fonti fossili e questo può diventare anche un’occasione di transizione verso fonti sostenibili e rinnovabili, con grandi vantaggi da cogliere nella trasformazione dell’attuale assetto degli scambi energetici internazionali. Possiamo contare su alcuni fattori abilitanti, come la posizione geografica, crocevia fra Africa, Medio Oriente ed Europa, con porti in condizione di ricevere flussi sia da est, via Suez e il Mar Nero, che da ovest, via Gibilterra, e che dunque danno al Paese l’opportunità di emergere come hub strategico e sostenibile a livello globale».

E poi?

«L’Italia dispone di un’importante dotazione infrastrutturale che può sviluppare nuove direttrici del mercato globale dell’energia: 40.000 chilometri di gasdotti che collegano l’Africa all’Europa, già tecnologicamente testati per evolvere dal gas metano a nuovi vettori come l’idrogeno. Infine, il Paese vanta comprovate competenze industriali e tecnologiche, propensione all’innovazione e capitale umano. Penso per esempio all’ingegneria impiantistica, eccellenza riconosciuta nel mondo».

Restano però delle criticità da superare, non è così?

«L’Italia potrà sfruttare al meglio i propri punti di forza solo grazie a un considerevole lavoro di trasformazione da parte delle aziende, supportato da condizioni di sistema sinergiche, e in quest’ottica strumenti come il Pnrr sono di fondamentale rilevanza».

Come possiamo immaginarci il mix energetico del futuro?

«Gli obiettivi di sostenibilità devono essere ambiziosi, ma pragmatici e realizzabili.

Ancora per qualche anno non potremo prescindere dalle fonti fossili, pur puntando alla massima sostenibilità. Il gas in questo contesto è la fonte prediletta grazie al suo minor impatto ambientale. Inoltre, è necessario far leva sulla cattura di CO2 negli impianti produttivi perché permette di minimizzare, se non annullare, il loro impatto ambientale. Il mix ideale deve reggersi su una percentuale sempre crescente di fonti rinnovabili (solare, vento, idro, geotermia) rese di anno in anno più efficienti ed economicamente sostenibili dai progressi della tecnologia. Infine è opinione consolidata che debba avere un ruolo chiave anche la produzione di energia da centrali nucleari, sempre più sicure e affidabili come quelle di nuova generazione, o gli small reactor, che minimizzano la produzione di scorie e i rischi di incidenti. La produzione di energia da fusione nucleare (fonte pulita) può diventare un’alternativa entro 10-30 anni».

E l’idrogeno?

«Ha un ruolo fondamentale come vettore di stoccaggio e trasporto efficiente dell’energia. La tendenza virtuosa del calo dei costi di elettrolizzatori e tecnologie richieste nella produzione, sono un fattore chiave per il successo nella sua applicazione in scala».

Come possono fare le imprese del settore energia per affrontare i cambiamenti legati alla transizione energetica e sostenibile?

«Le imprese del settore energetico, dalla produzione al trasporto, fino alla distribuzione e alla commercializzazione dell’energia, sono in prima linea nell’affrontare gli obiettivi di sostenibilità. Noi di Accenture siamo al fianco delle più importanti aziende per sostenere quella che definiamo “Total Reinvention”, l’esigenza di ripensare e ricodificare completamente la catena del valore, modelli e processi di business, anche sfruttando l’intelligenza artificiale». 

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