Consob, una poltrona vuota che scotta ogni giorno di più

Consob, una poltrona vuota che scotta ogni giorno di più
di Osvaldo De Paolini
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Sabato 13 Ottobre 2018, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 13:19
Una Consob guidata con fermezza e con poteri adeguati avrebbe mai permesso che un'agenzia di rating diffondesse considerazioni pesantissime nei confronti di una banca, con giudizi meramente probabilistici fondati su dati che possono rivelarsi non veritieri? Probabilmente no. Ora, che Carige sia in oggettiva difficoltà è un fatto incontrovertibile, ma ciò non autorizza l'agenzia Fitch a presentare come possibile il fallimento dell'istituto quando ancora la Bce non ha precisato i paletti entro i quali dovrà muoversi per tornare entro i binari della sostenibilità. Un fatto grave, gratuito, che ha provocato ulteriori crepe nel portafoglio dei soci della banca genovese e che dimostra una volta di più quanto sia urgente la nomina del successore di Mario Nava alla guida dell'Authority che ha tra l'altro il compito di vigilare sulla corretta diffusione delle informazioni societarie. Eppure ancora ieri dalle scarne informazioni raccolte presso il ministero dell'Economia, probabilmente anche a causa dell'assenza del ministro Tria impegnato nel vertice Fmi a Bali, non emergevano indicazioni né sul nome del candidato né sui tempi della sua presentazione alle Camere. D'altro canto, pur essendo la designazione appannaggio dei Cinquestelle per scelta condivisa con la Lega (cui invece spetta l'indicazione del nome del presidente dell'Antitrust), le turbolenze che da settimane scuotono la Borsa e il mercato dei titoli di Stato hanno suggerito al partito di Salvini di attenzionare con più scrupolo la scelta che verrà fatta.

Il che naturalmente rende meno facile individuare una figura che vada bene per tutti, soprattutto in considerazione delle caratteristiche non comuni che deve possedere il nuovo presidente della Consob in una fase di profonda transizione, in Europa come in Italia. Il fatto poi che la Borsa italiana sia controllata dallo Stock Exchange di Londra rende assai più problematico affrontare i cambiamenti imposti dalla Brexit e dall'avanzata del mondo Fintech: per questo il successore di Nava deve essere una figura di standing internazionale, che sappia dialogare (preferibilmente in inglese) con i colleghi europei, che abbia visione strategica con provate capacità gestionali di organismi istituzionali, che sappia quali corde toccare per garantire la tutela del risparmio senza però subire la concorrenza sempre più agguerrita dei partner europei. Come chiunque frequenti da anni le vicende economiche sa molto bene, la Borsa è il crocevia degli scambi finanziari del Paese che se ben orientati e tutelati, possono costituire un formidabile serbatoio per il rilancio delle infrastrutture e per lo sviluppo di innumerevoli start up imprenditoriali, piccole e grandi. Inoltre, episodi come la fuga all'estero di contenitori di risparmio come quella di Pioneer ceduto due anni fa da Unicredit al gruppo francese Amundi (225 miliardi di risparmi degli italiani) per inadeguatezza della Consob o insipienza della Banca d'Italia, non debbono più accadere. Per questo è necessario che chi assumerà la guida della Commissione, oltre alle caratteristiche citate abbia anche un progetto chiaro di adeguamento dei suoi poteri. Non sarà dunque facile individuare la figura più adatta, sebbene anche tra gli attuali commissari vi siano professionalità degne di considerazione: per averne contezza basta sfogliare i loro curricula.

L'importante è che, come ha ricordato l'altro ieri il presidente Sergio Mattarella, il successore di Nava sappia mantenersi autenticamente indipendente dalla politica, pur nominato dalla politica: guidare la Consob è infatti un compito istituzionale tra i più delicati.
 
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