Atlantia, via libera dalla Consob: l’offerta da lunedì in Piazza Affari

Intanto la holding veneta finalizza la rinegoziazione di 1,5 miliardi di debito con un tasso più vantaggioso

Atlantia, via libera dalla Consob: l’offerta da lunedì in Piazza Affari
di Rosario Dimito
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Lunedì 3 Ottobre 2022, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 07:40

Consob accende il semaforo verde a Schema Alfa, veicolo controllato al 65% da Edizione spa e al 35% da Blackstone, per lanciare l’opa sul 66,9% di Atlantia, sul presupposto che il 33,1% è già in mano ai Benetton. L’opa partirà lunedì 10 ottobre e sarà sul mercato per un mese, fino all’11 novembre.

Iera sera, la Commissione di vigilanza sui mercati ha autorizzato la pubblicazione del prospetto informativo girando la palla al consiglio straordinaria della holding veneta.

Esso è convocato per domattina con all’ordine del giorno il rilascio del comunicato dell’emittente sulla congruità del prezzo: 23 euro ad azione più 0,74 euro di dividendo. Il giudizio di congruità verrà rilasciato con l’ausilio di Bnp Paribas e Morgan Stanley. Ieri il titolo si è avvicinato al valore dell’offerta chiudendo a 22,74 euro, in leggero rialzo (+ 0,57 euro). 

Dopo il giudizio del board, via all’operazione dalla prossima settimana con Intesa Sanpaolo scelta come banca incaricata della raccolta ordini di una manovra che punta a superare il 95% del capitale in modo si possa procedere tout court al delisting che è uno degli obiettivi sottesi all’opa. Se invece la raccolta si dovesse fermare sotto quota 95% ci sarà un ulteriore step: lo squeez out che è un dritto di acquisto da parte dell’offerente successivo all’offerta. Il pagamento del corrispettivo avverrà il 18 novembre. Se invece venissero riaperti i termini, il pagamento avverrebbe il 2 dicembre. L’opa costerà 12,7 miliardi di euro, di cui 8,225 miliardi verranno finanziati con un prestito bancario con le grandi banche italiane ed estere. 

La banca capofila del maxi-finanziamento è JpMorgan, poi si sono aggiunte in prima battuta Goldman Sachs e Bank of America. Il fronte italiano registra Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Banco BPM; poi si sono aggiunte (un mese dopo l’annuncio di aprile) Santander, Natixis, Royal Bank of Canada e Sumitomo Mitsui Banking Corporation. A questo pool si potrebbero aggiungere altre banche in sede di ulteriore sindacazione. Come garanzia, gli istituti avranno il pegno sulle azioni Atlantia e su quelle di Schema Alfa.
Gli 8,225 miliardi riguardano il finanziamento lato Atlantia. A questa somma si aggiungono circa 1,4 miliardi che sosterranno una tranche dell’equity alle newco lussemburghesi dello sponsor Blackstone: quest’ultima tranche però potrebbe essere soggetta a dei ritocchi, a seconda della volontà dei soci lussemburghesi di investire mettere ulteriore equity.

RIEQUILIBRIO

Alcune delle banche impegnate sul finanziamento dell’opa stanno finalizzando con Atlantia un term loan di 1,5 miliardi funzionale a rifinanziare l’indebitamento. C’è stata un’ampia partecipazione di istituti finanziari pubblici e privati, che hanno superato il fabbisogno. Alla fine le banche sono state sette: Credit agricole, Bnl, Unicredit, Cdp, SocGen, Natixis, Bpm. Il term loan avrà durata 24 mesi, rinnovabile di 12 mesi più sei, con un tasso di 125 punti base. Il term loan contiene un’opzione di conversione in Sustainability Linked Facility da esercitarsi entro inizio 2023, a conferma dell’impegno di Atlantia sul fronte dello sviluppo sostenibile. La rinegoziazione rientra in una strategia più ampia di Atlantia di gestione proattiva del debito. Se si guarda il debito netto di gruppo (incluse le controllate) al 31 dicembre 2020 era di 33,8 miliardi, ridotto a 30 miliardi al 31 dicembre 2021, quindi con una discesa di 3,8 miliardi di indebitamento.

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