Colao celebrato e scaricato, ma sarà a Villa Pamphili. Il Mef: extra deficit per rafforzare Fondo di garanzia

Colao celebrato e scaricato, ma sarà a Villa Pamphili. Il Mef: extra deficit per rafforzare Fondo di garanzia
di Andrea Bassi
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Giovedì 11 Giugno 2020, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 13:17
Prima celebrato, poi scaricato, Vittorio Colao con il suo «piano di rinascita» alla fine è stato recuperato. Sarà il manager ad aprire i giri di tavolo con le parti sociali e gli stakeholder durante gli Stati generali voluti dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Proprio quest'ultimo ieri, in zona cesarini, ha riabilitato il documento della task force guidata dal manager. Conte ha definito quello di Colao «un buon lavoro». E dunque ha spiegato che proprio dal documento messo a punto dalla task force inizierà il confronto degli Stati Generali. «Mi sembra doveroso omaggiare il lavoro fatto dai componenti», ha detto Conte.

Ma se Colao ci sarà, chi invece ha deciso definitivamente di non esserci è l'opposizione. «Non parteciperemo a passarelle nelle ville», ha detto ieri Giorgia Meloni dopo un vertice con la Lega e Forza Italia. Una decisione che il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, intervistato durante la trasmissione televisiva Porta a Porta ha definito «singolare». La kermesse di villa Pamphili comincerà dunque sabato. Si comincerà con gli ospiti internazionali. Ci sarà un collegamento con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Parteciperà la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde e il commissario agli Affari europei Paolo Gentiloni.

LE MISURE
Il governo, come ha spiegato Gualtieri, si presenterà con un masterplan all'appuntamento. Da due giorni stanno lavorando congiuntamente al documento le strutture di Palazzo Chigi e quelle del Tesoro, con un impegno particolare del direttore generale Alessandro Rivera. Il masterplan, in realtà, dovrebbe in qualche misura anticipare i contenuti del Piano Nazionale di Riforma, il documento che normalmente viene trasmesso ad aprile insieme al Def alla Commissione europea, ma che il Tesoro quest'anno ha ottenuto di inviare a giugno. Il Piano Nazionale di Riforma non è ancora pronto. Ma comunque nel masterplan ci saranno molti dei capitoli che poi saranno contenuti nel documento da inviare a Bruxelles.

Si va dalle semplificazioni, agli investimenti pubblici, ai cantieri da sbloccare, al piano per il turismo, ai finanziamenti della Sanità con il piano da 25 miliardi del ministro Speranza, alla sburocratizzazione delle grandi opere con il digitale e la banda larga al primo posto. Ma di là dei titoli del masterplan, gli Stati generali rischiano comunque di essere un passaggio non definitivo in vista della ripartenza autunnale. Sul Recovery Fund un accordo europeo non c'è ancora. Gualtieri spera che lo si possa raggiungere entro luglio. Ma servirà un voto unanime di tutti i partner. E comunque le risorse non arriveranno in tempi brevi, perché per attivare questi fondi servirà avere progetti concreti con stati di avanzamento definiti. Non saranno soldi che saranno erogati a prescindere.

Molto prima che il Recovery Fund diventi operativo, il governo si troverà a fronteggiare una serie di emergenze finanziarie non da poco. Ci sono gli enti locali sull'orlo del default che chiedono, dopo l'iniezione di 3,5 miliardi di euro almeno un altro miliardo e mezzo. C'è la Cassa integrazione che rischia di avere un buco di due mesi e che va rifinanziata, anche se il ministro dell'Economia ha ribadito che entro domani tutti i problemi saranno risolti. C'è la richiesta degli autonomi di accedere agli indennizzi a fondo perduto, le cui domande partiranno da lunedì. Ma soprattutto, come ha ricordato sempre ieri il ministro Gualtieri, c'è la necessità di rafforzare il Fondo di garanzia per le imprese, quello che consente alle banche di erogare i prestiti fino a 30 mila euro con la manleva dello Stato.

Il ritmo delle domande è nell'ordine dei 400 milioni di euro al giorno. Dunque le risorse appostate per coprire questa mole di richieste sono del tutto insufficienti. Non a caso ieri il vice ministro dell'Economia, Laura Castelli, sostenuta anche dal capo politico del Movimento Cinque Stelle, Vito Crimi, ha annunciato che a breve il governo potrebbe chiedere al Parlamento uno nuovo scostamento dal deficit di 8-10 miliardi di euro, dopo quello di 20 miliardi di marzo e di 55 miliardi di aprile. Intenzione confermata dallo stesso Gualtieri., ma sulla quale ha invece frenato Italia Viva per bocca di Luigi Marattin.

E tutto questo mentre in Parlamento è appena iniziato l'iter di conversione del decreto rilancio, con il governo che sta provando in tutti i modi a frenare l'assalto alla diligenza dei partiti. Le richieste di modifica sono innumerevoli, si va dal rafforzamento dell'ecobonus del 110% con la sua estensione alle seconde case. I soldi, insomma, sembrano non bastare mai. Così sullo sfondo rimane la questione del ricorso ai 37 miliardi del Mes che, secondo Bankitalia, non comporta rischi. Economici, forse, perché quelli politici sembrano ancora elevati.
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