Il nodo è il timing: la Commissione, fino a pochi giorni fa, prevedeva di portare la riforma alla luce dopo l'estate ma con i prezzi in continua ascesa anche il pressing degli Stati membri sta salendo. Tentando di aprire uno spiraglio per un'accelerazione già a luglio. Mala proposta rischia un iter lungo. Salgono ancora le quotazioni del metano. "Stiamo analizzando se sia possibile un calcolo diverso (tra i prezzi del gas e delle altre energie) per moderare questo mercato finché durerà la crisi", ha spiegato.
Si tratterebbe, quindi, di una misura temporanea, da utilizzare almeno finché non sarà finita la guerra in Ucraina alla stregua della deroga concessa a Spagna e Portogallo per la messa in campo di un price cap all'elettricità fino alla primavera del 2023. Di certo, a Bruxelles si stanno convincendo che, così, il sistema non regge.
Rispetto ai tempi in cui il prezzo dell'elettricità è stato agganciato a quello del gas le rinnovabili sono più usate e meno costose. Non a caso lo stesso Emmanuel Macron, già diverse settimane fa, aveva indicato come "assurdo" il sistema di indicizzazione.
A Palazzo Berlaymont, inoltre, ritengono più urgente blindare le forniture: a metà luglio la presidente Ursula von der Leyen presenterà la sua proposta, che fa perno sostanzialmente su due pilastri: il contenimento della domanda di energia e una maggiora condivisione del gas, attraverso i tubi che attraversano l'Europa.
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