Banco Bpm chiude a Mps, Castagna: guardiamo a banche vicine a nostro territorio

Giuseppe Castagna
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Aprile 2019, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 19:26
No a Mps, sì alle banche «vicine ai territori di elezione» della Lombardia e del Veneto. Come potrebbe essere Ubi, da sempre promessa sposa del Banco Bpm, ma anche Bper o, per virare su una banca in vendita di dimensioni più piccole, il Creval. L'amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, a margine di un assemblea segnata dai malumori legati alla vicenda dei diamanti, disegna la carta geografica del risiko in cui il suo istituto potrebbe presto o tardi trovarsi coinvolto.

«Oggettivamente guardiamo a banche che sono più vicine ai nostri territori di elezione» in quanto «una rete omogeneamente sparsa su tutto il territorio nazionale, che magari potrebbe essere un po' una proxy di un'unione con il Monte dei Paschi» sarebbe di fatto «una ripetizione di quello che in Italia c'è già, cioè due grandi banche che sono su tutto il territorio nazionale».

«Se volessimo competere con le due banche grandi - ha chiarito - dovremmo farlo sui territori su cui siamo già parecchio forti ed è lì che pensiamo di rinforzarci». Puntando, come avvenuto nella fusione tra Banco Popolare e Bpm, alle «zone più ricche, produttive e imprenditoriali del Paese» e valorizzando la «vocazione corporate, alle imprese» della banca. Ma l'avvio del risiko resta subordinato sia al recupero di valore del titolo in Borsa sia all'attenuarsi delle «incognite» politiche e regolamentari, a partire dall'atteggiamento della nuova Vigilanza di Andrea  nria verso le aggregazioni. «Se questo succederà a fine anno, l'anno prossimo o nel 2021 non lo so dire, perché abbiamo visto che molte delle conseguenze sul prezzo dei titoli dipendono dalla situazione geopolitica».

Proprio il titolo dovrebbe beneficiare del rilancio di redditività che il Banco si attende nel 2019, dopo i sacrifici che hanno permesso di cedere 18 miliardi di npl senza aumenti di capitale e mantenendo solido Cet1. Se la banca «comincia, come il primo quarter ci lascia intravedere, a presentare una redditività consistente potrà essere rivalutata dal mercato». Castagna ha detto di attendersi utili «ragguardevoli», confermando la possibilità di un ritorno al dividendo, su cui però non ha fatto «promesse». «Si fa se si fanno utili. E quest'anno li faremo».

Le indicazioni sono arrivate a margine di un'assemblea segnata dai malumori sulla vicenda della truffa dei diamanti. A fronte di 13.300 reclami, con la richiesta di risarcimenti per 430 milioni, la banca ha accantonato 318 milioni. Le transazioni sono «oltre 3 mila a marzo» ha detto Castagna. «Stiamo rimborsando il 100%» ma per farlo «occorre stimare il valore delle pietre» che restano ai clienti e la cui situazione va esaminata «caso per caso» per distinguere «il piccolo risparmiatore» dell'investitore avveduto. Critici i sindacati che con i risparmiatori hanno organizzato un presidio di protesta chiedendo di accelerare la chiusura del contenzioso per sottrarre a banca al rischio di un «un danno reputazionale forse irrecuperabile».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA