È un lavoro meritorio ma terribilmente complicato quello che dovrebbe permettere alle famiglie italiane, dal prossimo primo luglio, di percepire un assegno universale (assegno unico) per i figli al posto dei vari e disordinati benefici attuali. La legge istitutiva è ormai da alcuni giorni in Gazzetta ufficiali e già da tempo è partita la corsa contro il tempo per mettere a punto i decreti legislativi che dovranno rendere la misura concretamente operativa.
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L’obiettivo principale è evitare che qualche nucleo familiare si trovi danneggiato con il nuovo meccanismo, a fronte dei notevoli vantaggi che ci saranno sicuramente per la maggioranza: una dei nodi da sciogliere è quello delle addizionali all’Irpef (regionale e comunale) che il nuovo meccanismo farebbe scattare per contribuenti che oggi non le pagano.
L’IMPOSTA
Alcuni delle maggiori criticità tecniche ruotano proprio intorno all’Irpef. Il venir meno delle detrazioni (resterà però quella per il coniuge, se a carico) sarà più che compensato dall’importo dell’assegno. Ma l’attuale struttura dell’imposta nasconde un’insidia per i nuclei numerosi a reddito basso, quelli che proprio grazie agli “sconti” per i figli azzerano l’imposta e quindi per legge non pagano neppure le addizionali dovute a Regioni e Comuni. Con il nuovo meccanismo invece, a meno che il reddito non sia davvero molto basso (sotto gli 8 mila euro per i lavoratori dipendenti) l’Irpef tornerà ad essere dovuta e con essa le addizionali: una novità positiva per i bilanci per gli enti locali ma non per gli interessati, che vedrebbero di fatto i loro assegni erosi di alcune centinaia di euro l’anno. Il problema riguarda soprattutto le famiglie con redditi complessivi tra i 14 mila e i 20 mila euro, che possono però crescere in base al numero dei figli ad alla presenza di disabili, come si vede dagli esempi in questa pagina. Un lavoratore dipendente con coniuge e a carico e tre figli di cui due minori versava zero di Irpef e addizionali, mentre nello scenario futuro ne dovrebbe pagare 526 l’anno a Regione e Comune, oltre a 2.771 di Irpef (assorbite dall’assegno). In una famiglia con due stipendi da 18 mila euro e 4 figli di cui uno disabile e uno al di sotto dei tre anni i genitori si vedrebbero trattenere complessivamente 947 euro l’anno di addizionali (oltre a 5.662 di Irpef). Anche per loro finora il debito era stato pari a zero.
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