Privatizzazione di Mps, spunta l'ipotesi di vendita a tranche del 10-15%

Il ministro Giorgetti frena chi vuole accelerare l’uscita dello Stato e i tecnici del Tesoro valutano la diluizione attraverso la cessione sul mercato di alcuni pacchetti

Privatizzazione di Mps, spunta l'ipotesi di vendita a tranche del 10-15%
di Rosario Dimito
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 06:00

Autunno caldo allo sportello e non solo per la tassa sugli extraprofitti .

Si riaccende il rischio bancario per la riapertura delle privatizzazioni (forzate) da parte del governo per fare cassa e integrare «una manovra prudente che non potrà fare tutto» (parole del Ministro Giancarlo Giorgetti). La nuova stagione ha riacceso il faro soprattutto su Banca Montepaschi, ri-statalizzata nell'autunno 2017 a seguito del fallimento dell'operazione di mercato da 5 miliardi per mancanza di investitori: il Mef concordò con Bce e Dg Comp una ricapitalizzazione precauzionale da 8, 1 miliardo. Di Mps il Tesoro ferma oggi il 64,2%, dopo l'aumento di capitale da 2,5 miliardi chiuso a novembre 2022 e da allora, l'istituto ha accelerato la ripresa. Come dimostra l'andamento del titolo: le nuove azioni furono collocate a 2 euro mentre il titolo è stabilmente sopra questo valore per una capitalizzazione di 3,3 miliardi: per lo Stato finora plusvalenza di 400 milioni. «Risolveremo senza farci dettare tempi da nessuno, tantomeno dalla fretta», ha detto Giorgetti da Cernobbio, frenando il pressing di Antonio Tajani e Adolfo Urso di «accelerare». A via XX Settembre da giorni si sta facendo un'analisi delle partecipate pubbliche e Mps è in cima alla lista per un motivo specifico: a fine 2022 scadeva la realizzazione del piano di ristrutturazione con l'uscita dello Stato dal capitale che però non è avvenuto , anche per la rottura delle trattative del Tesoro con Unicredit il 26 ottobre 2021. Il Mef ha rinegoziato con l'Europa una nuova scadenza a giugno 2024. Restano 10 mesi per trovare una soluzione. Le opzioni sono due, ma secondo quanto risulta a Moltoeconomia, via XX Settembre, non potendo praticare l'altra, in linea con la prudenza di Giorgetti, sta lavorando per collocare sul mercato, tranche del 10-15% per volta, a sconto ( a gennaio Allianz ha venduto sul mercato il 7,9% con uno sconto del 15%) che consente di diluirsi gradualmente e alla scadenza, mantenere l'impegno con Dg Comp, anche conservando un 15-20% circa. La via della diluizione fa quadrare il cerchio e tiene conto di un istituto, presieduto da Nicola Maione, avvocato brillante e banchiere in rapporti eccellenti con Giorgetti, in ripresa. Un partner italiano cui cedere la maggioranza anche attraverso la business Combination di una fusione, è una via complicata perchè i cavalieri bianchi sono restii.

DOPPIO BOCCONE

 A cominciare da Unicredit, dopo la trattativa di due anni fa, arenatasi perchè il Tesoro respinse l’ultima offerta di Andrea Orcel: acquisto di tutto il gruppo Mps e il Mef avrebbe dovuto dare una dote di 8,5 miliardi.

Orcel adesso spiega agli investitori: «L’operazione non potrà creare valore a Unicredit». Ma fa capire, «con una eccezione»: se Banco Bpm muovesse su Siena e creare il terzo polo bancario. Ma Giuseppe Castagna, al di là della smentita di giovedì 31 agosto («no all’m&a, il futuro piano sarà stand alone») è consapevole che un’eventuale operazione su Mps lo esporrebbe a un rischio enorme: l’indebolimento delle azioni Bpm a causa del cambio di rotta dalla strada stand alone che gli sta fruttando il sostegno degli investitori per la crescita di redditività (1 miliardo di utile lordo a giugno, il miglior risultato di sempre), potrebbe riportare i titoli al livello del febbraio 2022, quando Unicredit studiava un’opa a 4,5 euro, valore che incorporava un premio del 12-14%. E creare un terreno propizio per ripetere l’assalto, questa volta comprando due (Bpm+Mps) al prezzo di uno. Castagna intuisce questo scenario mentre oggi il titolo viaggia attorno a 4,4 euro, soglia sicurezza. Terzo papabile Bper, che sta integrando Carige. Difronte a una mossa della banca controllata al 30% da Unipol & fondazioni, però Orcel non potrebbe ripetere il copione Bpm (public company) essendoci uno zoccolo duro in difesa: potrebbe negoziare l’acquisto di 200-300 filiali e far affluire cassa a Modena. A gennaio 2023, Giorgia Meloni si espresse per un terzo polo bancario attorno a Mps e di recente da Siena è stato rilanciato questo concetto: «Favorevoli a partecipare al terzo polo».

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