Spesa, tagli più lenti: obiettivo 7-8 miliardi

Spesa, tagli più lenti: obiettivo 7-8 miliardi
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Lunedì 21 Settembre 2015, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 11:39
LE SCELTE
ROMA Il taglio della spesa pubblica potrebbe essere meno doloroso del previsto. A Palazzo Chigi nulla ancora è stato deciso, ma stando alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, approvata venerdì dal Consiglio dei ministri, l'intenzione sarebbe quella di prevedere una spending review meno corposa. Soprattutto sul fronte della tax expenditures (gli sconti fiscali) e degli incentivi alle imprese, che il governo con il Def di aprile puntava a ridurre di circa 3 miliardi di euro. Nel nuovo testo – atteso in Parlamento per l'approvazione – si fa riferimento a un «profilo più graduale» della tabella di marcia dei tagli a cui sta lavorando il commissario Yoram Gutgeld insieme a Roberto Perotti, rispetto a quello ipotizzato nel Documento approvato nella prima parte del 2015. La forbice, secondo fonti del ministero dell'Economia, potrebbe scendere di 2-3 miliardi, racchiudendo la spending tra 6,5 e 8 miliardi (rispetto ai 10 miliardi stimati nei mesi scorsi). La stessa Nota di aggiornamento conferma che un forte taglio della spesa ridurrebbe l'impatto positivo sulla crescita che potrebbe arrivare dal taglio delle tasse (Tasi sulla prima casa e Imu sui terreni agricoli e gli impianti fissi) e la neutralizzazione delle clausole di salvaguardia (aumento dell'Iva e delle accise sui carburanti).
IL RIORDINO
Dunque, un taglio più graduale della spesa pubblica farebbe si che gli impatti depressivi sul Pil siano «leggermente inferiori» rispetto alle precedenti stime contenute nel Def di primavera. In altre parole, il governo punta a non intaccare la manovra 2016, che sarà varata sotto l'insegna del taglio delle tasse, con gli effetti negativi di una spending ultra-pesante. In ogni caso, il riordino della tax expeditures resterà inserito nella prossima spending, ma come detto la riduzione dei tagli potrebbe interessare proprio gli sconti fiscali. Nella legge di Stabilità, potrebbero ricevere una stretta più light e con tempi più prolungati. Per poi rinviare a una legge ad hoc il riordino completo. Ad essere meno pesanti anche i tagli agli incentivi alle aziende. «Più che tagliare – spiega una fonte del Mef - si pensa a un loro accorpamento». Ma il tema rimane strettamente legato alla decontribuzione per i nuovi assunti: quanti incentivi ridimensionare o cancellare dipenderà dalla platea che sarà interessata ancora dalla decontribuzione (il Mef sta lavorando a una misura a favore del Mezzogiorno e delle donne).
Al momento rimangono fermi i tagli che riguarderanno i ministeri, il congelamento delle risorse del Fondo sanitario nazionale (circa 3 miliardi) e la riduzione dell'acquisto di beni e servizi. Non solo, perché nonostante la previsione di una spending più soft, il menù della Stabilità potrebbe ricomprendere anche alcune norme della riforma Madia che potrebbero non essere inserire nei decreti attuativi della riforma. Non è escluso dunque che entrino a far parte della manovra le misure volte al dimagrimento della macchina pubblica: il taglio delle società partecipate in rosso, soppressione degli enti inutili ed eliminazione di uffici ministeriali doppioni di Authority. Potrebbero essere inserite anche alcune norme sulle Forze di polizia (ma non riguarderanno la Forestale), con una razionalizzazione degli acquisti della gestione di servizi di supporto.
Sonia Ricci
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