Università, in Europa metà dei laureati è donna ma solo il 33% si dedica alla ricerca. In Italia va peggio

Università, in Europa metà dei laureati è donna ma solo il 33% si dedica alla ricerca. In Italia va peggio
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Martedì 7 Novembre 2023, 16:17

Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa ma abbandonano progressivamente la carriera accademica arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. Sono alcuni dati che emergono da uno studio pubblicato su The Lancet Regional Health - Europe, della professoressa Stefania Boccia, vice direttrice scientifica della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs; della dottoressa Sara Farina, medico in formazione specialistica presso la Sezione di Igiene della Facoltà di Medicina e chirurgia; e della professoressa Raffaella Iafrate, pro-Rettrice delegata del rettore alle pari opportunità. La situazione peggiora nelle facoltà scientifiche (cosidette Stem - Science, Technology, Engineering, Mathematics); infatti, se per le discipline umanistiche le donne occupano oltre il 30% delle posizioni più alte della carriera accademica, il dato scende al 22% per le scienze naturali e al 17,9% per l'ingegneria e la tecnologia.

Anche l'Italia mostra di essere ancora indietro, collocandosi terzultima in Europa, con solo il 17% di donne che occupano i ruoli più alti nella ricerca. Le barriere incontrate dalle donne nel mondo della ricerca sono svariate, a cominciare dal pregiudizio che persiste nei confronti di coloro che si dedicano alla scienza. Ma esistono anche difficoltà legate al mancato riconoscimento del lavoro femminile, come testimonia il persistente divario salariale tra uomini e donne, soprattutto nel contesto privato, e la presenza di solo il 29,8% di nomi femminili tra gli autori di articoli scientifici. «Questo comporta una perdita di talenti nel mondo accademico - spiega Boccia - ma anche una perdita del punto di vista femminile che potrebbe aggiungere idee, innovazione e creatività preziose nei team di ricerca». Con l'obiettivo di creare un ambiente equo e inclusivo, il programma Horizon Europe dell'Ue ha stabilito un piano di gender equality, in cui l'uguaglianza di genere rappresenti un pilastro nel mondo della ricerca. In linea con questa iniziativa, anche molte università europee, tra cui la Cattolica, si stanno allineando con la realizzazione di piani di ateneo. «In particolare - sottolinea Iafrate - in Università Cattolica è stato avviato un processo di razionalizzazione e ottimizzazione delle azioni in ambito pari opportunità, attraverso la creazione di una task force di tutte le componenti accademiche, amministrative e studentesche, che a diverso titolo sono coinvolte sul tema delle pari opportunità. Sono attivi, infatti, il Gep Team e la Gep Unit, il tavolo 7 del Piano strategico d'ateneo dedicato alle Pari opportunità e il Comitato Pari opportunità (Cpo)».

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