Spagna e Francia, le ministre delle Pari opportunità alleate per combattere la violenza

Spagna e Francia, le ministre delle Pari opportunità alleate per combattere la violenza
di Elena Marisol Brandolini
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Sabato 31 Luglio 2021, 15:33

Confronto di strategie e unità d'intenti nella lotta contro la violenza di genere: questo il senso dell'incontro a Madrid tra la ministra di Pari Opportunità spagnola Irene Montero, madrilena di 33 anni e la sua omologa francese Élisabeth Moreno, capoverdiana di anni 50.
La ministra spagnola ha illustrato alla sua collega le ultime leggi approvate dal governo: quella sui diritti delle persone Lgbtiq e trans, e l'altra detta del solo sì è sì che mette al centro il consenso esplicito della donna alla relazione sessuale.


I FEMMINICIDI
In entrambi i paesi, la fine del confinamento si è accompagnata a un'impennata di femminicidi. Nel mese di maggio, in Spagna, l'assassinio di cinque donne in una settimana ha fatto scattare tutti gli allarmi sull'efficacia del sistema di protezione delle vittime. In Francia, invece, la brutalità dell'assassinio di una donna, data alle fiamme in mezzo alla strada dal suo ex-compagno, da lei già denunciato alla polizia e mentre ancora stava scontando una condanna per violenza sessuale, ha rivelato la mancanza di scambio di informazioni tra polizia e magistratura. Il numero di femminicidi in Francia è oltre il doppio di quello spagnolo: nel 2019 le donne assassinate in Francia dai loro compagni o ex sono state 146, in Spagna allora furono 55.
In Spagna la legislazione contro la violenza di genere è iniziata nel 2004 e si è rafforzata nel 2017 con un apposito patto di Stato. «La decisione del presidente Macron di fare della legalità una priorità ci ha permesso di avanzare dopo il 2017. Abbiamo cominciato tardi e vogliamo accelerare il processo», dice Moreno nell'intervista che ha rilasciato assieme alla ministra spagnola ai quotidiani El País e Le Monde, al termine dell'incontro. «La Francia si ispira molto alla Spagna», perché «è il paese d'Europa che più ha fatto nella lotta contro le violenze sulle donne». Perciò si dice favorevole a un patto di Stato contro le violenze di genere anche nel suo paese. Per quanto in Francia l'estrema destra, differentemente da Vox, «non rappresenta una minaccia perché non si è pronunciata sulle pari opportunità né sui diritti delle persone Lgtbi».
Ma nella legislazione spagnola «ci sono misure che sappiamo sarebbero efficaci e che ancora non si sono applicate», riconosce Montero. Questa settimana, il governo spagnolo ha perciò approvato un pacchetto di misure urgenti di sostegno alle donne che subiscono violenze: sono previste campagne informative, il protocollo sanitario standardizzato dei casi di violenza sessuale, l'inclusione nel sistema VioGén del ministero degli Interni che protegge le donne vittime di violenza, un unico sportello dei servizi sociali per le vittime e corsi di formazione con prospettiva di genere per il personale della polizia e delle giustizia.
La Francia vuole copiare il modello spagnolo di condivisione di file tra polizia e giudici, ampliare l'uso dei braccialetti agli aggressori, oggi applicato solo in 250 casi, contro i 2.300 della Spagna. Perché «è imprescindibile che l'attenzione si focalizzi sugli uomini e non debbano essere le donne a preoccuparsi dove andare», insiste Montero. In Francia, perciò, hanno attivato 18 centri in cui vengono trattati in modo specifico gli aggressori. Per entrambe le ministre, le donne hanno bisogno di un'attenzione integrale per uscire dalla spirale della violenza; a ciò può concorrere l'insieme della società, perché «tutti possono fare qualcosa», spiega Moreno.
LE PRIORITÀ
«La nuova generazione di diritti femministi che stiamo consolidando in Spagna ci mette in connessione con altri paesi europei», ha detto la ministra spagnola nell'incontro con la ministra francese. Che poco dopo replicava: «Sono lieta di avere conosciuto la mia omologa, un vero esempio da seguire per frenare la violenza di genere. Cara Montero, le tue priorità sono le mie».
 

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