Ostia, arriva il Monologo quantistico di Gabriella Greison: «Ragazze, la fisica è anche per voi»

Ostia, arriva il Monologo quantistico di Gabriella Greison: «Ragazze, la fisica è anche per voi»
di Maria Lombardi
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Sabato 4 Giugno 2022, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 02:14

Il futuro? È in una foto in bianco e nero scattata a Bruxelles il 29 ottobre del 1927. In posa, 29 scienziati, una sola è donna, Marie Curie. Ci sono Einstein, Heisenberg, Piccard, Kramers, Planck, Lorentz, solo per citare qualcuno. È il più importante ritrovo di cervelloni della storia, diciassette tra loro erano o sarebbero diventati premi Nobel. Quegli scienziati, nei giorni precedenti allo scatto, avevano rivoluzionato la conoscenza. «Nella conferenza del 1927 sono state gettate le basi della fisica quantistica, lì è nato il nostro futuro». Gabriella Greison, 46 anni, fisica, scrittrice e divulgatrice scientifica racconterà cosa è successo in quel congresso e perché quella foto ci riguarda ancora. Non in un teatro, come è solita fare, ma davanti a 1.400 persone. La rockstar della fisica, come è stata definita, terrà il suo Monologo quantistico l'8 giugno al PalaPellicone-Fijlkam di Ostia. «È stata la preside dell'Itcg Toscanelli, Paola Toto, a lanciare l'evento e a invitarmi. Mi ha detto: voglio che i ragazzi a conclusione dell'anno scolastico facciano nuove riflessioni, abbiano un'illuminazione, desidero accendere la loro attenzione sulle materie Stem e invogliare soprattutto le ragazze a intraprendere questi percorsi. Tu rappresenterai, mi ha detto, un role model femminile per quante vorranno avvicinarsi alle scienze. Ho accettato subito. Sarà l'occasione per urlare una volta di più che la fisica è un mestiere per donne! Parteciperò all'inaugurazione di alcuni nuovissimi laboratori scientifici dell'istituto Toscanelli».


LE INTUIZIONI


Si prevede il pienone, mercoledì mattina a Ostia, l'incontro è aperto a tutti ma ci saranno soprattutto giovani. «Una cosa veramente eccezionale, per la prima volta porto il mio monologo teatrale in un posto dove si esibiscono i grandi cantanti. Mi emoziona molto l'idea di parlare in un palazzetto e far capire a così tante giovani che se vogliono realizzarsi nella scienza oggi è possibile farlo, sono sostenute e incoraggiate. Non come ai tempi di Marie Curie che in quella foto del 1927 è l'unica donna».


Torniamo a Bruxelles. Perché quello scatto parla anche del nostro futuro? «I chip al silicio, i pc, i cellulari, i laser sono applicazioni della fisica quantistica. L'intelligenza artificiale, il machine learning, il teletrasporto e tutte le rivoluzione che stiamo per vivere sono sempre applicazioni della fisica quantistica». Una settimana di incontri e discussioni, al convegno del 1927, e si capovolse quello che c'era scritto nei libri di fisica. «Fino a quel momento non si sapeva come si comportano le particelle nell'infinitamente piccolo. Lì si cominciarono a fare delle ipotesi, si è immaginato quello che poi è stato verificato», spiega Greison, autrice di 9 libri: il primo L'incredibile cena dei fisici quantistici (Salani) e l'ultimo Guida quantistica per anticonformisti (Mondadori). «Gli elettroni si comportano in modo bizzarro: come materia quando li guardi e come onde quando non li guardi e questa cosa ci permette di viaggiare con la fantasia. Nel mio monologo racconto proprio questo, come nasce la fisica quantistica».

Marie Curie, sola tra tanti uomini. Un'immagine che fa ancora effetto. «La mia battaglia è proprio questa. Nel 1927 lei era l'unica, la fisica era considerata uno svago per uomini. Ma questa mancanza è stata perpetrata per tutto il secolo scorso e ne paghiamo ancora le conseguenze. C'è molto maschilismo negli istituti superiori di ricerca, non è possibile che ancora oggi la maggior parte dei relatori e dei premiati siano uomini. C'è qualcosa che non torna. Si continua a protrarre quel malvezzo di cui la Curie e altre scienziate sono state vittime».


IL SONDAGGIO


Eppure le donne sono portate per la fisica. «Al termine dei miei monologhi ho fatto recentemente un sondaggio per verificare il livello di comprensione di quello che avevo raccontato. Le migliori si sono rivelate le ragazze, in un rapporto di sette a tre. Poi però all'università scelgono materie letterarie. Ma perché? Ancora c'è chi chiede: come fai a trovare lavoro con la fisica?». La sua passione come è nata? «Sin da piccola smontavo gli oggetti, volevo capire come erano fatti, come funziona il mondo. I miei genitori mi rimproveravano. Adesso dico agli studenti: quando i grandi vi sgridano per una vostra curiosità, vuol dire che quello è il vostro futuro, che siete portati per questo. Più grande sfogliando un libro in una bancarella ho capito che se volevo avere coscienza di come avvengono le cose dovevo studiare fisica. Ti dà la possibilità di vivere le grandi domande anche esistenziali con sicurezza, ti permette di avere basi solidissime per capire cosa sta accadendo. Ho un sogno: vorrei essere invitata a Sanremo per parlare di tutto questo».

 


 

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