Date da ricordare: 76 anni fa veniva riconosciuto in Italia il diritto di voto alle donne

Date da ricordare: 76 anni fa veniva riconosciuto in Italia il diritto di voto alle donne
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Domenica 31 Gennaio 2021, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 12:07

Il 30 gennaio 1945 per le donne italiane è stata una data importante. Quel giorno il Consiglio dei ministri deliberò il diritto di elettorato attivo e passivo per le donne. Un atto formale che avrebbe poi portato al Decreto n. 23 del primo febbraio contenente la “Estensione alle donne del diritto di voto”. Escludendo le minori di 21 anni e le prostitute (in base all'allora regolamento in vigore per la pubblica sicurezza, un regio decreto del 1940).

La seconda guerra mondiale si era appena conclusa, l'Italia ne usciva a pezzi e c'era bisogno di ricostruire tutto partendo da nuove basi, certamente più inclusive. A fare pressioni per arrivare all'atto amministrativo che portò al diritto di voto furono i due leader comunista e democristiano, Togliatti e De Gasperi, in ugual misura. Del resto era difficile nascondere il tributo pagato dalle donne durante la resistenza e il ruolo che avevano avuto. Inoltre occorreva riprendere il percorso di parità che si era interrotto con l'avvento del fascismo e l'introduzione di norme discriminatorie nei confronti delle donne.

L'Italia non poteva più sottrarsi ai richiami di una certa modernità. Il primo appuntamento elettorale aperto alle donne fu per le amministrativa ma si temeva che l’affluenza femminile alle urne risultasse scarsa. 

Invece ci fu un’altissima partecipazione al voto: su 10.329.635 iscritte alle liste elettorali si presentarono ai seggi 8.441.537 donne. Furono elette nei consigli comunali soltanto 2000 donne. Nel mese di giugno dello stesso anno la partecipazione al voto delle donne per il referendum istituzionale e l’Assemblea Costituente arrivò all’89% delle iscritte alle liste elettorali (la percentuale degli uomini fu del 89,2%). Sul totale dei votanti di 24.947.187, le donne furono 12.998.131. 

Il 2 giugno del 1946, il Corriere della Sera pubblicava un articolo contenente una serie di istruzioni per il voto. In un passaggio si invitavano le elettrici ad evitare il rossetto perchè avrebbe invalidato il voto. Si intravedeva il rischio che le donne, nell’inumidire il lembo da incollare della scheda, avrebbero, involontariamente, lasciato una traccia di rossetto

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