Il Covid si è portato via anche Lidia Menapace, voce storica del femminismo italiano

Il Covid si è portato via anche Lidia Menapace, voce storica del femminismo italiano
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Lunedì 7 Dicembre 2020, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 11:52

Il covid si è portato via anche Lidia Menapace, voce storica del femminismo italiano. E' morta all'ospedale di Bolzano, all'età di 96 anni, dove era ricoverata. A dare la notizia del suo aggravamento, nei giorni scorsi, era stata l'Anpi, mentre l'annuncio della morte è stato dato dall'azienda sanitaria altoatesina. Lidia era nata a Novara il 3 aprile 1924. Aveva preso parte alla Resistenza come staffetta partigiana entrando in una formazione della Val d'Ossola e diventando sottotenente con il nome di battaglia di "Bruna".

Nel dopoguerra si era impegnata nei movimenti cattolici, in particolare con la Fuci - Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Nel 1964 era stata candidata dalla Democrazia Cristiana e fu la prima donna eletta nel Consiglio provinciale di Bolzano, insieme a Waltraud Gebert Deeg. In quella stessa legislatura fu anche la prima donna ad entrare nella Giunta provinciale, come assessora effettiva per affari sociali e sanità.

Alla metà degli anni Sessanta, con la contestazione, Menapace ruppe con la Dc e diede origine, assieme ad altri intellettuali, ad un nucleo di dissidenti cattolici di sinistra. Fu tra i fondatori del Manifesto con Rossana Rossanda e Luigi Pintor e nel 1973 fu tra le promotrici del movimento Cristiani per il Socialismo. Dal 2006 al 2008 è stata senatrice di Rifondazione comunista. Nel 2011 era entrata nel Comitato Nazionale dell'Anpi. 

Menapace è stata anche docente universitaria alla Cattolica di Milano, tenendo corsi di Lingua italiana e metodologia degli studi letterari fino al 1968, quando, a seguito della pubblicazione di un documento intitolato "Per una scelta marxista", non le fu rinnovato l'incarico. E' autrice dei libri autobiografici: "Io, partigiana. La mia Resistenza" (Piero Manni Editore, 2014) e "Canta il merlo sul frumento. Il romanzo della mia vita" (Piero Manni Editore, 2015). A Menapace è stato conferito il Premio Margherita Hack - Personaggio laico dell'anno 2019. 

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