Mostre: l'archeologia recuperata dalle forze dell'ordine a Roma dal 20 maggio

Il cratere di Euphronios conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
2 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Aprile 2013, 22:12 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 10:17

ROMA - Il Kouros Apollino Dilani (VI sec. a.C.), eccezionalmente ricongiunto alla sua testa in marmo policromo. Il grande cratere a figure rosse di Euphronios, per molti la pi bella ceramica attica al mondo. E il Sarcofago delle Muse del II secolo d.C., recuperato in extremis tre anni fa prima che venisse venduto allo spregiudicato collezionista che ne aveva commissionato il furto. Sono alcuni dei tesori strappati alle maglie dell'illegalit e dei traffici illeciti dai reparti specializzati dell'Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, ora raccolti nella mostra “Capolavori dell'archeologia: recuperi, ritrovamenti, confronti”, al Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo dal 20 maggio al 5 novembre.

In tutto più di 100 pezzi per un'esposizione che festeggia i vent'anni di collaborazione dei tre corpi con il Centro Europeo per il Turismo e insieme ricolloca le opere ritrovate nel loro contesto storico, culturale e geografico, facendole dialogare con altri beni coevi. «Questi capolavori - racconta la sovrintendente per il polo museale di Roma Daniela Porro - sono spesso oggetti del desiderio dei collezionisti d'arte, con azioni malavitose come il furto recente al Museo Etrusco di Valle Giulia o di villa Quintili sull'Appia. La mostra documenta la straordinaria attività delle forze dell'ordine, ma sottolinea anche il danno che si procura al nostro patrimonio sottraendo un'opera e perdendone la contestualizzazione».

Il percorso. L'esposizione, frutto del lavoro «del sistema Italia e della silente operosità delle forze dell'ordine», dice il comandante dei Carabinieri Mariano Mossa, procede in nove aree tematiche, dai Kouros e Korai simboli dell'aristocrazia a Vincere la palma: corse e aurighe nella Roma imperiale. Al centro di ogni sezione, una o più opere recuperate (alcune anche fortunosamente o restituite da musei come il Metropolitan di New York e il Getty di Malibu), ricongiunte con altre in arrivo da tutta Italia. Come la Kore del 530-520 a.C., uno degli Acroliti di Morgantina in arrivo da Aidone (En), messa a confronto con l'Apollo Aleo di Reggio Calabria, a raccontare cosa fossero gli acroliti e come si ponessero all'interno di un tempio. O come il Sarcofago delle Quadrighe del II-III secolo d.C., capolavoro d'arte funeraria dell'officina romana, due volte rubato e due volte recuperato in 20 anni, posto accanto al sarcofago della fanciulla di Grottarossa ritrovato inviolato con ancora il commovente corredo di una defunuta bambina. «Queste opere - conclude il maggiore Massimo Rossi della Guardia di Finanza - sono sempre più interesse di privati, ma anche della criminalità organizzata. Recuperarle ci permette spesso di risolvere anche grossi fenomeni di evasione fiscale e di riciclaggio di denaro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA