Civitavecchia, tre in manette per ricatto

Civitavecchia, tre in manette per ricatto
di Stefano Pettinari
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Venerdì 15 Maggio 2020, 10:57
Se non mi restituisci i soldi della macchina che ti ho dato indietro, ti ammazzo e ti faccio saltare in aria la concessionaria. E' la minaccia che Angelo Mammoli, pregiudicato civitavecchiese di 74 anni, avrebbe rivolto al titolare di una rivendita auto del centro. Tentativo di estorsione che però è fallito perché per lui e per i suoi due complici sono scattate le manette. A finire dietro le sbarre oltre a Mammoli sono stati Filippo Piersigilli e Andrea Bonifazi, entrambi trentenni. Secondo i carabinieri i due sarebbero stati il braccio al servizio di Mammoli.
Tutto inizia qualche mese fa, quando Mammoli si presenta al concessionario per acquistare un'auto. L'accordo si trova e il pagamento della vettura viene effettuato regolarmente tramite bonifico bancario. Un paio di mesi più tardi, però, Mammoli torna dal concessionario. Non è soddisfatto dell'auto e la vuole dare indietro. Cliente e rivenditore riescono ad accordarsi. La concessionaria riprende la macchina al prezzo di 15mila e 600 euro. A Mammoli vengono dati subito 1.600 euro, oltre a un assegno di 14mila euro, senza data. Il titolare della concessionaria chiede però al cliente la cortesia di non incassare l'assegno prima della fine del mese (siamo a marzo). E il 74enne accetta. Ma lo fa solo a parole, perché qualche giorno dopo si presenta in banca per incassare. Qui la sorpresa: l'assegno è scoperto. Mammoli torna così dal concessionario e lo minaccia pesantemente, insieme a Piersigilli e Bonifazi, contattati precedentemente. Non vuole solo i soldi, ma anche la macchina restituita.
Scatta l'indagine dei carabinieri, coordinati dal pm Mirko Piloni. Pedinamenti, appostamenti, testimonianze danno i dovuti riscontri. Si organizza l'incontro per il pagamento dei 14mila euro, lunedì scorso, in una via in pieno centro. Si presentano tutti e tre, oltre al titolare della rivendita. Ma ci sono i carabinieri ad aspettarli. Piersigilli e Bonifazi riescono a fuggire, Mammoli viene arrestato subito. Il giorno dopo, però, vengono presi anche gli altri due che si erano nascosti in casa di alcuni amici. Devono rispondere tutti e tre di tentata estorsione e minacce.
 
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