L'odissea delle 10 tigri trasportate da Latina alla Russia: una morta, altre in fin di vita

Dieci tigri trasportate da Latina alla Russia: una morta, altre in fin di vita. La denuncia della Lav
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Giovedì 31 Ottobre 2019, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 18:26

Sei giorni ferme al confine tra Polonia e Bielorussia, un esemplare morto e un altro in fin di vita. Non è ancora finito il viaggio delle 10 tigri partite da Latina lo scorso 22 ottobre e dirette in uno zoo in Russia, ma già si iniziano a contare le vittime di questa odissea. A rendere noto il bilancio è la Lav (Lega Anti Vivisezione) che annuncia una formale denuncia contro i responsabili. «I video che abbiamo ricevuto in anteprima mostrano che gli animali viaggiavano in condizioni agghiaccianti, non conformi alla normativa vigente» dichiara l'associazione.

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Insomma, forti dubbi rimangono sulla certificazione di idoneità al trasporto delle tigri. E mentre rimangono ferme al confine tra i due Paesi est europei per questioni burocratiche, le loro condizioni non migliorano affatto. «Le tigri sono rinchiuse in casse completamente inadeguate per un viaggio così lungo, e la morte degli animali prova che questo trasporto non è stato effettuato tenendo in
considerazione le esigenze degli animali», afferma la Lav che aggiunge: «Anche le autorizzazioni presentano delle incongruenze, riportando genericamente la presenza di animali in cassa quando, secondo il Regolamento CE 1/2005 deve essere specificata la specie degli animali trasportati».

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Per queste ragioni la Lav annuncia «una denuncia per maltrattamento ed uccisione degli animali, dal momento che chi ha scelto di usare queste modalità di trasporto ha condannato questi animali a sofferenza e morte, come poi drammaticamente avvenuto. È evidente che il risparmio nell'operazione commerciale ha avuto un ruolo fondamentale sulla sorte di questi animali, e che i
responsabili della vendita saranno chiamati a risponderne». E conclude: «Il destino di questi animali è ancora del tutto incerto e si temono ulteriori sofferenze e decessi. Ci auguriamo che l'offerta che nelle ultime ore è stata avanzata dalla fondazione Animal Advocacy and Protection, nostri partner europei nelle battaglie in difesa degli animali, di prendere al più presto in carico le tigri e mantenerle all'interno dei propri Santuari e Centri di Recupero, sia accettata e in questa
maniera gli animali potranno trovare finalmente una soluzione lontana dallo sfruttamento commerciale».

 

 

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