Imbottiti di farmaci e maltrattati: è il traffico-choc dei cagnolini

Imbottiti di farmaci e maltrattati: è il traffico-choc dei cagnolini
di Valeria Arnaldi
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Domenica 24 Giugno 2018, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 13:08
Ammassati in cassoni di legno o in scatole di cartone dentro i bagagliai, stretti l'uno all'altro, spaventati e con evidenti segni di maltrattamento. Privi di microchip per l'identificazione. Spesso imbottiti di farmaci per farli sembrare in salute. E tutti con poche settimane di vita. È così che molti cuccioli di cane, destinati al mercato illegale, vengono introdotti clandestinamente in Italia, in particolare dai Paesi dell'Est.

DUE CASI
L'ultimo caso si è verificato pochi giorni fa, quando la Guardia di Finanza di Gorizia in due veicoli provenienti dall'Ungheria ha trovato e sequestrato complessivamente quattordici bouledogue francesi, tredici chihuahua, tre jack russell terrier, quattro pincher maschi. Tutti con meno di otto settimane di vita. A bordo del primo mezzo, controllato nei pressi del casello autostradale di Villesse, un uomo di 38 anni e una donna di 52, ungheresi e domiciliati in provincia di Rovigo.

È stato il cane antidroga Caboto a segnalare la presenza dei piccoli. Nel secondo veicolo, fermato al valico confinario Sant'Andrea, un uomo di 33 anni e una donna di 42, residenti a Napoli e domiciliati in provincia di Frosinone. I quattro sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Gorizia per maltrattamenti e introduzione illegale nel territorio nazionale di cuccioli di cane. Gli animali sono stati affidati al Polo zooantropologico dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste e al canile di Udine. In poche ore, due casi, a riprova che non si tratta di eccezioni, ma di un fenomeno diffuso.

Anzi, di un vero business con numeri significativi. Il mercato clandestino di cuccioli, secondo il dossier Lav «La tratta e le sofferenze dei cuccioli nati nell'est e venduti come italiani», movimenta intorno a 300 milioni di euro l'anno. Ogni mese, vengono importati nel nostro Paese circa ottomila cagnolini, per un valore di oltre cinque milioni e mezzo di euro. Nella maggior parte dei casi sono razze di piccola taglia: schih tzu, west highland, carlini, beagle, pincher, chihuahua, yorkshire, bulldog terrier. In un bagagliaio, possono essere stipati fino a cinquanta cani. Non mancano casi di trasporti in tir o aereo.
I PREZZI
Acquistare gli esemplari è economico - bastano sessanta euro - e redditizio. Vengono rivenduti a partire da cinquecento euro fino a oltre mille, a un prezzo venti volte più alto della spesa iniziale. Gli alti margini consentono ai trafficanti di compensare economicamente le perdite per l'alta mortalità dei piccoli a causa delle pessime condizioni di viaggio. Gli animali sono introdotti sul territorio con documentazione contraffatta, che ne attesta l'origine italiana e ne certifica, falsamente, condizioni di salute, trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti. Ci sono perfino finti pedigree. Perlopiù i cuccioli provengono da Ungheria e Slovacchia, pure da Romania e Repubblica Ceca. A commissionare la tratta, secondo il dossier Lav, sono pure negozianti e allevatori italiani, che poi provvedono alla vendita al destinatario finale.

«È un fenomeno molto variegato - dice Ilaria Innocenti, responsabile Lav Area animali familiari - ci sono organizzazioni strutturate che coinvolgono figure diverse, tra trasportatori, allevatori, veterinari, e organizzazioni che non si appoggiano ad allevamenti o negozi ma vendono direttamente on line, con consegna a domicilio o magari ai caselli autostradali, contattando potenziali clienti in rete». Al mercato clandestino di cani si affianca quello di gatti e altri animali. «Il primo passo per contrastare il fenomeno - conclude - sarebbe adottare i cuccioli e non comprarli. Se non c'è domanda, non c'è offerta».
 
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