Puppy Yoga, polemiche per la pratica che coinvolge cuccioli di cane durante le sedute: Lav denuncia maltrattamenti

Questo genere di corsi, che sono partiti da Stati Uniti, Canada e Regno Uniti, si sono giù diffusi anche in Italia

Puppy Yoga, polemiche per la pratica che coinvolge cuccioli di cane durante le sedute: Lav denuncia maltrattamenti
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Lunedì 8 Aprile 2024, 17:32

Polemiche contro la pratica del Puppy Yoga, le lezioni di yoga che prevedono dei cuccioli di cane che vagano da un tappetino all'altro per farsi coccolare dalle persone, le quali nel frattempo sono impegnate in particolari posizioni o esercizi di respirazione. In realtà, a detta di molti, il Puppy Yoga non è altro che una vetrina per commercianti senza scrupoli, che mirano al benessero esclusivo dei clienti (paganti) e non degli animali. Eppure questo genere di corsi, che sono partiti da Stati Uniti, Canada e Regno Uniti, si sono giù diffusi anche in Italia riscontrando anche un discreto successo. 

I lati negativi

Ridurre i cuccioli a un'attrattiva per la clientela, mercificandoli alla stregua di pupazzi, è un atto moralmente deprecabile. I problemi più gravi, però, derivano da un vero e proprio maltrattamento che i cuccioli subiscono. I cagnolini coinvolti nelle sessioni, il più delle volte, hanno meno di 60 giorni, sono esposti a troppi stimoli per molte ore e vengono lasciati senza acqua per evitare che sporchino la sala urinando. Come spiega Lav, la pubblicizzata “socializzazione” di cui i cuccioli beneficerebbero, non è infatti tale, perché dovrebbe essere condotta in modo completamente diverso per essere rispettosa dei tempi e dei bisogni di un cane di poche settimane di vita. 

Le proteste

Non mancano le polemiche. Diverse inchieste sono state realizzate sia all'estero, ITV News e Rspca in Inghilterra, sia in Italia, dove il programma tv Striscia la Notizia ha mandato in onda un servizio negli scorsi giorni nel quale sono stati mostrati cani, troppo piccoli, che vengono trasportati ammassati e poi lasciati senza acqua.

LAV, la Lega Anti-Vivisezione, ha risposto alle segnalazioni ricevute nei mesi scorsi sottolineando, non soltanto che attività di questo tipo rappresentano una vetrina per commercianti senza scrupoli che considerano i cuccioli solo alla stregua di merce da mostrare e vendere, ma anche tutti i rischi correlati ad una socializzazione forzata da cui i cuccioli non traggono alcun vantaggio.

 

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